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Attualità sabato 10 giugno 2023 ore 18:55

Alluvione Romagna, un toscano è l'uomo delle ruspe

Sergio racconta la sua esperienza nei territori devastati dall'alluvione, a bordo di mezzi per la raccolta e lo stoccaggio di fanghi e rifiuti



AREZZO — In Romagna ha dato una mano alla popolazione colpita dall'Alluvione, la storia di Sergio Bianchini è una delle tante che hanno segnato l'ultima emergenza nazionale, la tragedia che si è abbattuta su una intera popolazione devastata dal maltempo.

Volontario ed esperto in Macchine Movimento Terra della Misericordia di Arezzo, Sergio si è recato in Romagna per dare una mano al seguito della colonna nazionale di Protezione Civile.

"In una manciata di ore dalla mia attivazione ero già stato al volante di un auto, due automezzi speciali e ai comandi di tre differenti MMT in dotazione alla colonna mobile regionale di Protezione Civile delle Misericordie della Toscana".

Ruspe, escavatori, motopale non hanno segreti per Sergio e si sono rivelati veicoli preziosi per ricucire le ferite aperte sul territorio.

 Le giornate nelle zone colpite l’hanno visto impegnato, sui mezzi speciali di cui era ai comandi, in una serie di azioni volte a raccogliere detriti e rottami d’ogni genere fino ai punti di raccolta, dai quali venivano continuamente evacuati da altri mezzi del Comune di Faenza. Non sono mancati gli interventi per prelevare e spostare melma, drenare acque stagnanti, liberare scantinati, disostruire passaggi e un’infinità di bisogni diversi.

"Liberavamo più possibile dall’acqua e rovistavamo con il Bobcat per raggruppare i detriti raccolti ovunque e conferirli fuori da lì. Via via, intanto, venivano aperti dei garage…e si ricominciava da capo con ciò che ne usciva. L’acqua progressivamente riaffluiva dai terreni circostanti e l’indomani mattina tutto era di nuovo allagato. Acqua limacciosa e rottami. E allora di nuovo, aspirazione, ricerca e raccolta. Una lotta continua, contendendosi centimetri quadrati per volta. Un unico pensiero: prima o dopo finirà".

Il messaggio di Sergio "Fa piacere, dà soddisfazione mettere a disposizione una determinata competenza tecnica per la gente, un territorio, nel momento in cui può esserci bisogno davvero di tutto. Perché lì si è perso davvero tutto. E non ci si rende conto con precisione di cosa possa significare finché non ci si trova a operare sul posto. Quando usi una macchina che può svolgere senza stancarsi e senza posa il lavoro fisico di innumerevoli persone eppure sembra ancora poca cosa a fronte di tutta quella distruzione e di tutto quel che c’è da fare, ti senti forte ma al contempo piccolissimo. Eppure in quell’attimo l’unica differenza per tanti puoi farla solo tu. E allora cerchi solo di farla al meglio".


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