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Attualità mercoledì 28 dicembre 2022 ore 11:35
Allarme, pianta aliena infesta i fiumi aretini
Il Poligono del Giappone ha già conquistato 25 km di sponde. Consorzio e cittadini uniti. Prima l'allarme in Valdarno adesso anche in Casentino
PROVINCIA DI AREZZO — Il campanello di allarme è scattato già qualche anno fa, quando lungo i corsi d’acqua valdarnesi, ha fatto la sua prima comparsa il Poligono del Giappone, nome comune della Reynoutria japonica, pianta infestante altamente invasiva, contro cui stanno combattendo una battaglia non facile molte regioni italiane e paesi del mondo. Oggi l’allarme è diventato un pericolo vero e proprio. La specie aliena ormai ha conquistato 25 km di sponde, rese più instabili dalla presenza della pianta, e condiziona fortemente l’esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria lungo i corsi d’acqua.
Sono sempre di più infatti i tratti su cui lo sfalcio della vegetazione viene sospeso e rimandato fino alla fine della stagione vegetativa della pianta, per provare a contenerne la propagazione.
Se, fino a qualche anno fa, era solo il Faella nel comune di Castelfranco Piandiscò ostaggio del Poligono del Giappone, ora questo si è diffuso su tanti altri tratti dei principali fiumi che attraversano anche i comuni di Terranuova Bracciolini e San Giovanni Valdarno nel versante aretino; Reggello e Figline-Incisa Valdarno, nel versante fiorentino.
"Attualmente, i rinvenimenti più significativi sono stati individuati lungo gli affluenti di destra del fiume Arno. Risultano interessati in modo importante in particolare il Torrente Resco, il Torrente Faella, il Borro di Cerberesi, il Borro di Riofi delle Cave, il Borro di Sant’Antonio, il Borro Montemarciano, il Torrente Ciuffenna, il Borro del Tasso. La pianta è altamente invasiva e, nel giro di pochi anni, si è moltiplicata fino a colonizzare nuovi tratti di aste fluviali” dice Francesco Lisi, Direttore Generale del Consorzio.
Pur ricadendo nella lista IUCN delle 100 peggiori specie alloctone invasive del mondo e nella lista di piante aliene invasive, stilata dalla Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante (EPPO) già dal 2004, il Poligono del Giappone non è ancora stato inserito negli elenchi delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale.
“La mancata adozione di linee guida nazionali e regionali per la gestione di questa specie aliena espone il nostro territorio al pericolo di una sua continua e difficilmente gestibile espansione. Nasce con questo obiettivo la decisione di chiedere, in collaborazione con l’Unione dei Comuni del Pratomagno, un intervento urgente da parte della Regione Toscana”.
Da parte sua il Consorzio di Bonifica ha fatto quello che era possibile: sospendere i tagli fino alla fine della stagione vegetativa della pianta e informare i cittadini per coinvolgerli in modo diretto e attivo nella campagna anti-Poligono del Giappone.
Il problema è che la conquista di nuovi territori prosegue. Il Poligono del Giappone ha fatto la sua comparsa sull’Arno a Subbiano e in Casentino.
“Per ora si tratta di nuclei limitati – termina il tecnico del settore difesa idrogeologica Matteo Rillo Migliorini, dottore forestale – ma senza una corretta gestione la sua presenza potrebbe diffondersi”.
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