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Attualità giovedì 22 aprile 2021 ore 19:26

Giovane valdarnese: “Sono gay”, mamma lo ripudia

Foto di repertorio

Ragazzo confessa la sua omosessualità e la madre non lo riconosce più come figlio. E la storia rischia di finire in tribunale



VALDARNO — “Non mi riconosce come figlio perché le ho detto che sono gay”. Una reazione dura e impensabile che non si sarebbe mai aspettato quando ha deciso di confidarsi con la mamma. Una storia di omofobia, scoppiata in una famiglia benestante valdarnese, che ha anche incredibili conseguenze e che rischiano di portare madre e figlio in tribunale.

Quando il giovane - che vive in un paese del Valdarno aretino - ha raccontato, un paio di anni fa, alla madre di essere omosessuale è stato “aggredito dalla donna e dallo zio” secondo quanto ricorda il legale del ventottenne, l’avvocato Antonio Panella di San Giovanni.

“Quando ha saputo che il figlio era gay, la mamma voleva portarlo dallo psichiatra per farlo curare dicendo che era un malato mentale” spiega l’avvocato. “Poi ci sono state aggressioni verbali e anche fisiche, in alcune occasioni anche davanti agli amici”. 

Il ragazzo si è sentito sempre più isolato in famiglia – gli sono state tolte le chiavi di casa, gli è stato distrutto il computer dove teneva gli appunti dell’università - dice di aver subito una serie di vessazioni che alla fine l’hanno convinto ad andare a vivere dal padre, divorziato da tempo dalla moglie. Ma la vicenda non si è chiusa qui, Anzi, le cose sono peggiorate. “Quando il giovane qualche giorno dopo è andato a casa della mamma per prendere alcuni effetti personali è stato aggredito dallo zio (il fratello della donna, ndr) con calci e pugni e con una bombola del gas. È poi dovuto andare al pronto soccorso per le lesioni riportate a un braccio”.

Non solo: la donna – che avrebbe assistito all’aggressione – ha poi deciso di denunciare lei il figlio per lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. Ora – come ricorda l’avvocato Panella - la vicenda è al vaglio della Procura di Arezzo: siamo alla conclusione delle indagini e nei prossimi giorni saranno ascoltati i testimoni. Poi il pubblico ministero deciderà se archiviare o rinviare a giudizio il giovane valdarnese che ha il pieno sostegno del padre e che ha voluto raccontare la sua storia per aiutare chi si trova nelle sue stesse condizioni.


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