Attualità giovedì 21 luglio 2022 ore 19:40
Ad Arezzo il primo orto condiviso, basta cogliere
Chi passa può servirsi gratuitamente. L'idea nata dalla volontà di condividere prodotti a km zero e mantenere il decoro in un fazzoletto di terra
AREZZO — "Chi è di passaggio tra casa nostra e la pizzeria La Pergola, può approfittare del nostro primo orto condiviso. Attualmente trovate peperoni e melanzane ... non siate timidi e cogliete".
In tempi di crisi e di solidarietà (quest'ultima scatenata soprattutto dal Covid ma poi lasciata spesso per strada) quella promossa a Santa Firmina, alle porte di Arezzo, da Emanuela Serboli è un'iniziativa che scalda decisamente il cuore.
La giovane aretina ha infatti deciso di piantare un orticello e di metterlo a disposizione di tutti. Insomma, dopo il caffè o la spesa sospesa, ecco che ad Arezzo spunta anche l'orto condiviso. E così la generosità, l'altruismo, il pensare al prossimo, e non solo a se stessi, si sono concretizzati in questo piccolo terreno tra zucchine, melanzane e quel che è di stagione.....
Le regole da seguire sono semplici, come riporta un cartello "raccogli quello che vuoi, ma assicurati di non sprecare i frutti e non rompere i rami. Se vuoi puoi darci un po' d'acqua".
Ed ecco che è direttamente Emanuela a raccontare come è nata l'idea "io e mio marito 'bazzichiamo' in ambito agricoltura/km zero dal 2019 quando siamo diventati gestori dell'Alveare di Arezzo, tramite la piattaforma 'Alveare che dice sì' e abbiamo il punto di distribuzione della spesa del nostro orto a Santa Firmina. Durante la pandemia siamo diventati anche noi produttori e abbiamo avviato pure la vendita di frutta e verdura di stagione con il nome Orto del Beppe. La nostra passione sono i semi strani e quest'anno ne abbiamo seminati diversi, sono nate più piantine di quelle per le quali avevamo posto e abbiamo pensato di non sprecarle.
Davanti casa c'è questo piccolo fazzoletto di terra che non è nostro, ma lo curiamo e sistemiamo per decoro urbano, così abbiamo deciso di metterci qualche pianta di peperone e melanzane che potessero essere a disposizione di tutti. In questo modo si incentiva il consumo di verdura di stagione, locale, c'è il gusto di raccoglierla da soli, avendola magari vista crescere nei giorni, e quel pezzetto di terra resta pulito e in ordine. Sono poche piantine, ma è un esperimento, vediamo se piace".
La semplicità del gesto contiene anche la sua straordinarietà, in fondo. Per piantare qualche verdura non ci vuole veramente nulla. E per annaffiarle, nonostante la siccità, basta usare ad esempio il pozzo (Arezzo e la provincia ne sono pieni). Amore, dedizione e condivisione: tre parole magiche che fanno una comunità e la tengono coesa. Basta poco.
Claudia Martini
© Riproduzione riservata
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