Attualità sabato 20 febbraio 2021 ore 07:45
Cinque Comuni stretti nell'Abbraccio d'Arno
L'obiettivo è di promuovere una visione comune del fiume in un tratto che ha importanti opportunità ricreative e didattico-educative
AREZZO — Si stringeranno nell’Abbraccio d’Arno i Comuni di Arezzo, Capolona, Subbiano, Castiglion Fibocchi e Laterina-Pergine Valdarno. Lo hanno annunciato i sindaci e gli assessori dei territori interessati, riuniti in modalità webinar dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, insieme alla Regione Toscana (sportello Caccia e Pesca sede territoriale di Arezzo e Settori tutela della natura), alla Fondazione Arezzo Intour e al dottor Endro Martini, geologo ambientale presidente di Alta Scuola (associazione scientifico-culturale di Regione Umbria e comuni di Orvieto, Spoleto e Todi), presidente del Premio nazionale Contratti di Fiume, ma soprattutto esperto, anzi pioniere, nell’applicazione in Italia degli strumenti partecipativi per la gestione degli ambienti fluviali, già ampiamente sperimentati nel resto d’Europa.
Abbraccio d’Arno è la nuova esperienza di coinvolgimento diretto di cittadini, associazioni, imprese, enti pubblici e soggetti privati che, su proposta del Consorzio, si prepara a debuttare sul tratto del fiume che attraversa il capoluogo di provincia e il suo immediato hinterland, coinvolgendo una zona caratterizzata da importanti valenze paesaggistico-ambientali, preziose emergenze storico-artistiche-culturali e da enormi opportunità ricreative, sportive e didattico-educative.
Sarà uno dei tre contratti di fiume che il Consorzio intende promuovere sull’asta dell’Arno (gli altri sono Casentino H2O, che include l’intera vallata dove si origina il fiume, e il progetto, ancora senza nome, che interesserà tutto il Valdarno aretino e fiorentino) presente nell’Alto Valdarno e confluirà nel Patto per l’Arno, il contratto di fiume, avviato dall’autorità distrettuale di bacino dell’Appennino Settentrionale, summa di tutti i progetti partecipativi censiti lungo l’asta fluviale, dalla sorgente alla foce.
“L’obiettivo è promuovere una visione comune del fiume, attraverso uno strumento volontario e inclusivo, all’interno del quale le problematiche possono essere affrontate e risolte in modo mediato e non conflittuale e dove le opportunità verranno valutate, studiate e sfruttate in modo trasversale, attraverso un dialogo sociale, per disegnare insieme l’Arno che vorremmo”, ha spiegato Martini.
“Il Consorzio – ha aggiunto la Presidente Serena Stefani – è un convinto sostenitore dell’utilità di affrontare in modo condiviso la gestione dei complessi sistemi fluviali presenti nel comprensorio. Particolarmente importante e appassionato è il contributo arrivato fino ad oggi dai giovani, che, per primi, hanno incoraggiato l’ente a promuovere l’iter del contratto di fiume. Dobbiamo infatti ai ragazzi dell’Incontro, il centro di aggregazione sociale di Tregozzano, il nome attribuito a questo strumento partecipativo. Sono stati loro a proporci di battezzare Abbraccio d’Arno il Cdf che nascerà nel punto in cui il fiume sdegnoso – per dirla con Dante - torce il muso agli aretini. Un’idea che nasce tenendo conto della presenza di Rondine, la cittadella della Pace, simbolico e accogliente abbraccio di fraternità e solidarietà per tutti e forse anche del distanziamento sociale imposto dal Covid, che tutti, a partire dai più giovani, non vedono l’ora di superare”.
Le prossime tappe? Cominciare l’iter di coinvolgimento del territorio, partendo dalle organizzazioni di categoria per spingersi poi alle associazioni, alle scuole e a tutti i soggetti che intendono lavorare insieme per migliorare la qualità ecologico-ambientale ed economico-sociale dell’Arno. L’idea è di arrivare entro la primavera alla condivisione di un Manifesto degli intenti, punto di partenza del confronto tecnico-operativo-sociale sulle tematiche che interessano questo importante tratto del fiume.
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