Attualità venerdì 02 aprile 2021 ore 08:15
Anselmi: “Paganini e Teci, non è scelta tecnica”
Il presidente dell'ACF Arezzo ha spiegato che le due atlete non possono più allenarsi e giocare perché l'azienda per cui lavorano teme il contagio
AREZZO — L'Arezzo Calcio Femminile sta disputando un'ottima stagione nel campionato nazionale di Serie C, che vede le ragazze amaranto ai vertici della classifica e pienamente in lotta per la promozione in cadetteria. Nelle ultime settimane però, la squadra del presidente Massimo Anselmi ha dovuto rinunciare a due delle calciatrici più importanti, Paganini e Teci, non convocate per le ultime sfide e attualmente ai margini. Ma non si tratta di una scelta tecnica o disciplinare della società o dello staff.
A precisarlo lo stesso Anselmi, che ha raccontato come si sia creato un problema sul posto di lavoro delle due atlete, entrambe dipendenti della stessa azienda aretina: “Le ragazze, già a dicembre, avevano avuto l'indicazione a prestare molta attenzione, come ovviamente tutti noi imprenditori facciamo, rispetto al tempo libero. Ma in quell'occasione gli era stato riferito che se continuavano allenamenti o il gioco sul campo dovevano prendere un periodo di ferie, per paura che portassero il contagio in azienda. Quindi, per evitare il rischio di una contaminazione, non avrebbero potuto più giocare a calcio”.
“A dicembre ho quindi preso contatto con l'azienda dove lavorano le due calciatrici, ed anche se non immediatamente, siamo riusciti a risolvere la questione: dopo poco le due atlete hanno potuto tornare in campo – ha raccontato il presidente dell'Arezzo Calcio Femminile – adesso si è verificata la stessa situazione per la seconda volta. Sono molto dispiaciuto, perché le ragazze fanno parte della rosa, diventata ora un po' corta tra infortuni e altri problemi. Stiamo lottando ai vertici della categoria ed è per noi necessario poter contare su tutte le nostre atlete”.
L'Arezzo Calcio Femminile sta proseguendo l'attività sportiva grazie ai protocolli stabiliti a livello nazionale, ma la società si era già mossa in anticipo: “Fino dall'inizio della stagione, quando non c'erano ancora protocolli per il calcio femminile, ne avevamo uno interno che ci permetteva di dare certezza alle ragazze – ha spiegato Anselmi – inizialmente venivano eseguiti i test sierologici, quando poi sono diventati reperibili abbiamo iniziato con i tamponi. In seguito è arrivato il protocollo della Lega Nazionale Dilettanti e da allora facciamo il tampone a tutta la squadra e allo staff ogni venerdì, anche quando non è in programma una partita la domenica”.
Il presidente Anselmi ha però commentato con un velo di amarezza anche la differenza di test e screening tra il mondo del calcio e quello del lavoro: “Io credo che nell'attività calcistica ci sono controlli e verifiche che permettono di dare la massima garanzia al gruppo squadra e allo staff, la cui negatività è quindi certificata. Nella maggior parte delle aziende questi protocolli non vengono applicati, perché non sono obbligatori. Noi seguiamo delle regole che sono valide a livello nazionale, altrimenti ognuno fa un proprio Dpcm e diventa un far west”.
“Sicuramente dobbiamo fare dei grandi passi in avanti per quanto riguarda la tutela delle atlete, anche da un punto di vista contrattuale – ha chiosato Anselmi parlando delle differenze tra sport maschile e femminile – in Italia negli ultimi anni il calcio femminile ha acquistato una grande visibilità, ma siamo ancora un passo indietro rispetto agli uomini e sicuramente lotteremo per dare alle ragazze più tutele, in modo che possano applicarsi in libertà e senza il timore di nuocere a qualcuno”.
Giulio Cirinei
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