Attualità lunedì 23 novembre 2015 ore 16:34
Carabinieri in festa per Virgo Fidelis
Nella cattedrale una messa, officiata da Monsignor Fontana, con la quale i carabinieri hanno celebrato la patrona dell’Arma dei carabinieri
AREZZO — Sabato 21 Novembre si è svolta la funzione religiosa, alla quale, il comandante provinciale di Arezzo, colonnello Luigi Arnaldo Cieri, ha ricordato nel suo intervento le motivazioni della ricorrenza della Beata Vergine Maria “Virgo Fidelis”, onorando anche il 74esimo anniversario della “Battaglia di Culqualber” in Africa orientale e celebrato la “giornata dell’orfano”.
Ed è agli orfani, amorevolmente assistiti dall’Opera nazionale assistenza orfani militari Arma Carabinieri e alle vedove dell’Arma, primi destinatari del dolore per le gravi perdite di affetto, che è stato rivolto un affettuoso e riverente pensiero. Con la celebrazione si è reso omaggi alla memoria di quei carabinieri che, continuando a credere nella patria e sublimando il significato delle parole “fedeltà” e “onore”, caddero valorosamente nella cruenta battaglia di “Culqualber”, che ebbe fine proprio il 21 Novembre del lontano anno 1941, durante la 2^ guerra mondiale, di cui quest’anno ricorre il Settantennale.
Per l’epica resistenza del 1° battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato a difesa del caposaldo di Culqualber, venne concessa la seconda medaglia d’oro al valor militare alla bandiera dell’arma, con la seguente motivazione:
“Glorioso veterano di cruenti
cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi
diventava artefice di epica resistenza.
apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi
affrontava con indomito valore la violenta aggressivita’ di preponderanti
agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi,
contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed
infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta
in terra d’africa, la vittoria delle nostre armi.
delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente
agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa
impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol
eroico blocco, simbolo delle virtu’ italiche, immolavano la vita perpetuando le
gloriose tradizioni dell’arma”. (Culqualber – Africa orientale agosto-novembre
1941).
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