Dentro il carcere degli orrori di Sednaya: «È un lotta contro il tempo per trovare i detenuti che potrebbero essere nascosti nelle celle segrete»
Cultura giovedì 06 gennaio 2022 ore 10:07
Colore e dramma sociale nella mostra di Mehrkens
L'esposizione, a cura di Giuseppe Simone Modeo, dal 15 gennaio al 28 febbraio nell'oratorio dei Santi Lorentino e Pergentino
AREZZO — "Klaus Karl Mehrkens e la pittura possibile". E' questo il titolo della mostra, a cura di Giuseppe Simone Modeo, in programma dal 15 gennaio al 28 febbraio nell'oratorio dei Santi Lorentino e Pergentino. Taglio del nastro il 15 gennaio alle 18.
Nell'ambito del progetto “Fraternita Giovani”, la Bramo Srls presenta l'esposizione, una personale del Maestro Klaus Karl Mehrkens, pittore tedesco naturalizzato italiano, che nel corso della propria carriera ha analizzato il rapporto tra figura, colore e dramma sociale.
Mehrkens, dopo essersi diplomato a Berlino, ha prestato, per qualche anno, servizio come infermiere in una clinica per anziani e malati terminali. In questa circostanza, molto probabilmente, ha sviluppato il senso dell'effimero e del tragico. Mehrkens intende, infatti, la pittura come “arte anziana”, originata circa 40.000 anni fa nelle Grotte di Lascaux, e mai conclusa. La pittura ha accompagnato - infatti - l'homo sapiens dalla barbarie alla civiltà come mezzo di riflessione, di introspezione, di culto e di socializzazione.
Invero, verso la fine degli anni '50, al dilagare della pittura astratta e concettuale che rigettava la prospettiva figurativa, Giulio Carlo Argan ipotizzò la morte dell'arte, proprio riferendosi alla pittura. La pittura invece, come l'araba fenice, e' risorta dalle proprie vividissime ceneri. Alcuni artisti, tra i quali Mehrkens, non l'abbandonarono mai continuando, coraggiosamente, a proporla.
La riproposizione della pittura secondo Mehrkens, non significa riedizione di canoni acquisiti e sempre validi ma consapevolezza della finitezza della realtà, necessità di segno e disegno, indefettibilità della tavolozza cromatico-emozionale.
Su questi temi, Klaus e molti altri artisti, si sono interrogati ed hanno risposto liberando il colore della pittura dai vincoli del disegno senza tuttavia rinnegare o abbandonare quest'ultimo ma lasciandolo, invece, sullo sfondo, come la mera rappresentazione di una possibilità dell'essere nel caotico e atemporale succedersi dei mondi del colore e delle emozioni.
Visitando la mostra Klaus Karl Mehrkens e la pittura possibile, si resterà affascinati dal colore e turbati dal forte segno e dalle indefinite figure, scomposte ma non nascoste.
Per la mostra di Arezzo il maestro ha creato un'opera in omaggio alla Madonna del Conforto.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI