Attualità venerdì 03 marzo 2023 ore 12:55
Clima pazzerello, 630mila euro per i fiumi aretini
Il maltempo, spesso violento, spezza rami e sradica arbusti che mettono a rischio la sicurezza idraulica. E il Consorzio investe con un tesoretto
AREZZO E PROVINCIA — L’effetto dei cambiamenti climatici è anche questo: dover effettuare interventi puntuali sempre più frequenti per risolvere criticità imprevedibili e non programmabili, causate da eventi meteorici spesso fuori dall’ordinario. Ben lo sa il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno che, ogni anno, è costretto a destinare un “tesoretto” sempre più consistente alla rimozione di ostacoli che, all’improvviso, potrebbero amplificare il rischio idraulico.
Tecnici e operai sono costretti con una frequenza sempre maggiore a recuperare rami spezzati dal vento forte, arbusti sradicati dalla forza dell’acqua, alberi resi precari da piogge violente e concentrate o dal peso di nevicate abbondanti.
In tutto il comprensorio sono in corso piccoli ma indispensabili interventi per assicurare la corretta funzionalità dei corsi d’acqua.
Uno di questi si è concluso da poco e ha interessato l’Arno a Rassina, nel comune di Castel Focognano. Qui le squadre del Consorzio di Bonifica hanno allontanato alcune alberature rese pericolanti e instabili dalle ultime pesanti ondate di maltempo che hanno colpito la provincia di Arezzo.
Analoghe operazioni di recupero di materiale vegetale sono in corso in molti punti del comprensorio.
Un’attività intensa, attivata sia dalla vigilanza effettuata sul territorio dai dipendenti dell’ente, sia dalle segnalazioni di cittadini e amministratori, considerati preziosi alleati per mantenere in piena efficienza un reticolo idraulico importante che comprende oltre 6200 km di corsi d’acqua.
E’ di 630 mila euro quest’anno la somma dedicata nel bilancio consortile proprio ad individuare e a sanare queste criticità.
“I cambiamenti climatici rendono necessario un adeguamento dell’organizzazione del lavoro e delle tecniche di intervento”, spiega il Direttore Generale Francesco Lisi. “Oltre alla manutenzione programmata, secondo le disposizioni regionali e sulla scorta dell’esperienza maturata sul territorio, aumentano le necessità legate prevalentemente ad eventi atmosferici difficili da prevedere, che ci obbligano ad effettuare scelte nuove, per poter dare risposte immediate al territorio”.
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