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Attualità giovedì 26 marzo 2020 ore 08:05

Ecco com'è cambiato il lavoro al San Donato

L'attività del personale tecnico-sanitario dell'ospedale aretino diventato uno dei punti di riferimento per la Toscana sud-est per i malati Covid



AREZZO — Dopo la riqualificazione del San Donato a ospedale Covid, la vita e il lavoro nella struttura hanno subito vari cambiamenti.
Le modifiche alle consuete procedure sono provvisorie e riviste pressoché quotidianamente. Questo per rispondere nel modo più congruo, efficace e rapido alle varie esigenze del momento.

A parte la riorganizzazione e ricollocazione dei vari reparti della struttura, anche il personale sanitario è stato ridistribuito.

Come abbiamo detto in altri articoli, i reparti elettivi sono stati trasferiti al Centro Chirurgico Toscano e al San Giuseppe con alcune eccezioni. Nefrologia, Neurologia e Medicina restano al San Donato. Il reparto di Oncologia, invece, si sposta nell’edificio esterno dove era collocato l’Hospice che invece si è trasferito al San Giuseppe.

L'ingresso principale e la Scala 3 sono gli unici ingressi per il personale che, in ogni caso, viene  preventivamente controllato per escludere sintomi (misurazione della temperatura e igienizzazione mani).

Gli operatori sanitari, prima di iniziare il turno lavorativo, devono indossare guanti, camice e protezioni per il viso. Nei reparti di Malattie Infettive e Terapia Intensiva è imperativo proteggersi adeguatamente e sono obbligatori sia la mascherina FP2 che gli occhiali. 

Ad ogni turno l'operatore dovrà indossare una divisa sempre pulita e prestare sempre attenzione a mantenere le distanze di sicurezza e le norme igienico-sanitarie. Inutile dire che, nonostante tutte le precauzioni il timore di poter essere infetti alla fine di un turno lavorativo è alto per cui, prima di rincasare, è sempre buona regola lasciare le scarpe fuori e disinfettarsi bene le mani.

Nessuna indagine diagnostica per i soggetti asintomatici anche se è in previsione un test ematologico per tutto il personale sanitario al fine d’individuare potenziali contagiati sommersi. Trattandosi per adesso di un’ipotesi, ci sarà da capire, una volta terminata la crisi, come si procederà in questa indagine e se i risultati che ne deriveranno potranno servire per scongiurare che un’epidemia simile si verifichi nuovamente.


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