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Attualità giovedì 11 novembre 2021 ore 10:42

Ragazzi aretini Vs pandemia, difficoltà e problemi

Indagine sugli effetti che l'emergenza sanitaria ha avuto sugli adolescenti: ecco i dati e le percentuali emerse dal progetto “Estra è diversa”



AREZZO — E' terminato il progetto Estra è diversa ideato e coordinato da Era, promosso da Estra in collaborazione con il Comune di Arezzo, l’associazione Crescere e la Scuderia di Pan e svoltosi tra agosto e ottobre 2021 ad Arezzo presso la Casa del Pietro di Pieve San Giovanni e Scuderia di Pan località Mulinelli.

Il progetto, al quale hanno partecipato circa 30 famiglie – 20 adolescenti tra i 10-14 anni e 10 operatori - si è svolto in continuità con quello realizzato nel 2020, portando avanti importanti azioni di supporto e sostegno rivolte alle fasce della popolazione più deboli, ovvero bambini/e e ragazzi/e con disabilità di vario genere del territorio del Comune di Arezzo e provincia. “La continuità progettuale, resa possibile dall’impegno economico di Estra e dell’Amministrazione Comunale, dalla volontà delle associazioni coinvolte e dal lavoro degli operatori coinvolti – dichiara la psicologa Elisa Marcheselli, Presidente di ERA Aps e coordinatrice del progetto – ha permesso di rispondere ai bisogni di chi ha vissuto le maggiori difficoltà durante l’emergenza Covid”.

Interessanti i dati emersi dall’indagine psicosociale: “I dati ottenuti- aggiunge Marcheselli - hanno permesso di confermare l’importanza delle attività svolte, per il sostegno alle famiglie, di supporto alla gestione dei figli, di sviluppo di reti relazionali, di sviluppo di funzioni sociali, della capacità di agire in rete di concerto alle istituzioni, di favorire l’avvicinamento allo sport attraverso le attività proposte dalle associazione e ai valori che questo infonde e alla sua capacità di prevenzione e promozione della salute”.

Il progetto ha previsto incontri organizzati in attività strutturate con laboratori didattici a contatto con la natura e animali (cavalli, asini, conigli, gatti e anatre), con tecnici Fise di Equitazione di base e riabilitazione equestre per offrire momenti di aggregazione e condivisione sociale, svago e divertimento dopo un periodo di lunga reclusione.

“Estra ha fatto una scelta precisa quando ha definito la sua identità imprenditoriale: tenere i conti in equilibrio, garantire servizi di alta qualità, crescere e, soprattutto, non perdere mai il radicamento nei territori dove opera.– commenta Francesco Macrì presidente di Estra - Per questo abbiamo voluto sostenere questo progetto destinato ai bambini e alle famiglie e finalizzato a dare un sostegno a chi ha subito un forte impatto psicologico a causa del Covid. Importante anche l’ulteriore lavoro di indagine svolto tra gli adolescenti che ci ricorda quanto sia importante che tutti, dalla scuola alla famiglia, dalle associazioni alle imprese, sostengano e promuovano iniziative rivolte agli adolescenti”.

“Il Comune – rileva il vicesindaco del Comune di Arezzo Lucia Tanti – si è unito a Estra in questo progetto d’integrazione e inclusività innanzitutto per il suo significato: ha rappresentato infatti un bel segnale di ripartenza, a favore delle famiglie con figli disabili, realtà che hanno sopportato un carico importante, anche faticoso, nel corso dei mesi d’isolamento forzato. È molto positivo, inoltre, come Estra riesca a dimostrare che la dimensione di multiutility non pregiudica un solido ancoraggio territoriale e soprattutto sociale. Grazie ai partner Scuderia di Pan e Associazione Crescere e a Elisa Marcheselli e Anna Bernardini per i dati raccolti: un spaccato dal quale emergono criticità importanti. E grazie ancora per aver dimostrato una cosa nella quale questa amministrazione crede fortemente, come dimostrano le sue recenti scelte: quelle criticità, il sostegno ai più fragili, le politiche sociali ed educative si elaborano ed affrontano meglio nell’ambito di una forte sinergia municipale e comunitaria”.

“Siamo sempre attenti alle esigenze dei nostri ragazzi delle famiglie e degli insegnanti sottolinea Anna Bernardini dirigente dell' Istituto Omnicomprensivo G Marcelli - Questo periodo ci impone di attuare interventi mirati. Sono convinta che tali azioni si possano attuare partendo da un'analisi concreta dei bisogni di un target rappresentativo della fascia scolastico. Ed è per questo che coinvolgere i nostri ragazzi nella ricerca è stato un modo per avere uno strumento in più per essere presenti e pronti con attenzione e sensibilità”.

LA RICERCA

All’indagine hanno partecipato 11 adolescenti 10 famiglie e 10 operatori. Dalle risposte dei ragazzi è emerso: la mancanza della propria quotidianità, scandita dalle attività svolte abitualmente e delle amicizie, in misura minore la mancanza della scuola. I dati di maggiore interesse estrapolati dall’analisi dei dati delle famiglie, riguardano le necessità relativamente ai bisogni che hanno permesso di tarare specificamente l’organizzazione progettuale, in periodi e tempistiche adatte alle esigenze dichiarate; relativamente all’impatto della pandemia sulla prole, più della metà dichiara che questa abbia avuto ripercussioni fortemente negative sui propri figli; ciò che è stato maggiormente difficile da gestire è risultato essere la noia dei propri figli, poi la gestione degli attacchi d’ira.

I dati degli operatori mostrano una soddisfazione in termini di coerenza degli obiettivi progettuali di integrazione sociale e inclusione con le attività svolte, il raggiungimento degli obiettivi di “peereducation” e socializzazione mediante l’interazione tra i giovani con e senza disabilità. Le risposte date indicano una certa coerenza nella percezione del campione, espressione di un ambiente coeso e improntato alla cooperazione costruttiva.

L’ulteriore ricerca svolta nell’Istituto omnicomprensivo G.Marcelli mostra che il 96% dei ragazzi coinvolti ha sottolineato l'importanza per loro stessi di attività ludico sportive ricreative realizzabili nel periodo estivo, importanti per migliorare la propria qualità di vita il proprio equilibrio psicologico. Il 70% si è sentito molto isolato e stressato dalla situazione post pandemica. L' 80%dei ragazzi ha sofferto un clima di tensione creatosi in casa è una percentuale significativa se eri piegata nell'uso massiccio del mondo digitale. L’83% del campione ritiene che la didattica a distanza abbia contribuito a far peggiorare i rapporti con professori e compagni. Una elevata percentuale che supera il 90% ritiene che sia necessario nella propria routine avere una continuità sportiva e di ritrovo sociale con i propri amici. Il 49% dei ragazzi ritiene di avere imparato in questo periodo l'importanza delle regole e un 50% ritiene di avere imparato della situazione di quanto siano importanti i rapporti sociali nella propria vita.


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