Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 09:15 METEO:AREZZO13°  QuiNews.net
Qui News arezzo, Cronaca, Sport, Notizie Locali arezzo
sabato 20 aprile 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
L’ippopotamo se ne va a spasso per il centro abitato

Cronaca martedì 08 dicembre 2020 ore 16:15

False assunzioni per avere i permessi di soggiorno

Denunciate 16 persone. Menti del raggiro imprenditori pakistani. Nei guai anche commercialista e tributarista. "Scatole vuote" per truffare lo Stato



AREZZO — Tutto è partito dall'arresto di un cittadino albanese per reati legati alla droga. Così è scattata una maxi operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Arezzo  dei colleghi dell'Ispettorato del Lavoro che, a conclusione di una complessa e prolungata attività di indagine,  tra servizi di osservazione, controllo ed analisi di documenti, andata avanti per circa un anno e mezzo, ha portato alla denuncia, a piede libero, di 16 persone, delle quali 10 di nazionalità pakistana, 4 dell’Est Europa e 2 italiani.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. Reati che sarebbero stati consumati per ottenere vantaggi amministrativi e giudiziari.

Il complesso disegno criminale era messo in atto da imprenditori pakistani, titolari di ditte per la lavorazione di metalli, con sede nel comune di Arezzo, che però da anni avevano interrotto la produzione ed erano ormai sprovviste addirittura di una sede fisica, nonché delle utenze per i laboratori, come non avevano nemmeno più attività fiscale.

Ma queste società, tuttavia, non erano cessate  alla Camera di Commercio e venivano usate come “scatole vuote” per fare numerosi atti amministrativi. 
Ecco come funzionava il meccanismo: i cittadini stranieri coinvolti, assunti fittiziamente e consapevoli di ciò, utilizzavano i contratti di lavoro e le buste paga per ottenere ingiusti profitti, tra i quali il rilascio o il rinnovo di permessi di soggiorno per lavoro subordinato ed indennità di disoccupazione.

Le menti del maxi raggiro sono risultati essere due imprenditori pakistani ed un loro parente, che aveva il ruolo di referente unico nei confronti dei professionisti italiani implicati: un commercialista e consulente del lavoro ed un tributarista, che a loro volta curavano tutte le incombenze del caso presso la Pubblica Amministrazione.

Uno degli stranieri coinvolti era riuscito perfino, tramite la presentazione di documentazione non veritiera ed inducendo in errore il giudice, ad ottenere una misura meno pesante per una vicenda giudiziaria in cui era rimasto coinvolto.


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno