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Attualità mercoledì 20 ottobre 2021 ore 09:47

Infermiere di Famiglia, la giornata di 3 operatori

Ecco come si svolge il lavoro di Elisa che opera in Valdarno, Paolo in Valdichiana e Giada in un quartiere del capoluogo



AREZZO — Il servizio è partito il 1 di settembre ed è già una bella realtà della Asl Tse. L'Infermiere di Famiglia in poco tempo è diventato un sostegno ma anche un confidente e un amico per tanti pazienti. In tutta l'Area Vasta sono 330 gli infermieri che operano a domicilio. Ognuno si occupa di un'area di circa 3000 abitanti. Oggi raccontiamo le storie di Giada, che opera in un quartiere del capoluogo, Paolo che lavora in Valdichiana e Elisa in Valdarno.

“Uno dei principali cambiamenti del nostro lavoro dichiara Giada, giovanissima infermiera che opera tra i grandi palazzi del centro cittadino di Arezzo, è stato quello di prenderci in carico gli assistiti di una area circoscritta. I pazienti vedono sempre le stesse persone, si sentono più sicuri ed il rapporto con noi anche dal punto di vista empatico è più profondo. Parto la mattina presto ed il nostro primo impegno è quello di effettuare i prelievi, poi inizio con la somministrazione delle terapie endovenose e le varie medicazioni, poi avendo tutti noi un telefono di servizio veniamo spesso contattati da altri cittadini e la nostra giornata può variare molto a seconda delle richieste.Le motivazioni di una telefonata sono le più disparate, dalla flebo che si è fermata, all'esigenza di fissare una visita specialistica, da informazioni sui farmaci o segnalare un problema di salute di un parente o amico. Mi è capitato spesso che nel corso di una visita in una famiglia, un parente si presenti per un approfondimento e da li parte un nuovo intervento, e i casi sono diventati due.”

“La prima cosa da fare, racconta Elisa che segue pazienti in una vasta area del Valdarno, è stabilire un rapporto di fiducia con il paziente. Ogni visita è anche un momento di confronto con tutta la famiglia. In un'occasione mentre seguivo il marito per una cura ad una lesione cutanea, la moglie si è avvicinata per racontarmi di un suo malessere, l'ho visitata ed ho scoperto una lesione, poi rivelatasi derivante da insufficienza venosa. Poi uscendo un vicino di casa vedendomi mi ha avvicinato per farmi vedere una lesione all'arto destro (rivelatasi poi una lesione vascolare) per cui in una sola missione ho visitato tre persone attivando anche percorsi specialistici. Questa storia dimostra che le persone assistite iniziano a riconoscere in noi una figura professionale vicina e affidabile.”

“Mi occupo di assistenza domiciliare da 11 anni, dichiara Paolo che lavora nella Valdichiana aretina. Noi entrando nella casa valutiamo non solo le condizioni cliniche ma anche quelle sociali ed ambientali. Una parte importante del nostro lavoro è addestrare la famiglia alla cura. La nostra prestazione non prevede di stare li tutto il giorno. E' importante ricordare che la persona, prosegue Paolo non è ricoverata in ospedale. Ricordo la vicenda di una persona obesa che aveva grosse difficoltà, non solo logistiche ma anche emotive e caratteriali, ad accedere ai servizi. Pur di non uscire e non avere nessuno in casa ha cercato più volte di medicazioni da solo. In questo caso il mio impegno è stato molto particolare ed incentrato su aspetti psicologici e umani. Non dobbiamo mai dimenticarci che noi entriamo nelle case delle persone che sono i luoghi dell'intimità e della vita privata. E' stato un lavoro lungo, ma alla fine sono riuscito a convincere il paziente a fare visite in ambulatorio e da allora la situazione è cambiata e il paziente sta guarendo con regolarità.”

“In queste settimane di avvio, dichiara Vianella Agostinelli, direttore Infermieristico dipartimento professioni infermieristiche ed ostetricie, stiamo comprendendo sul campo quanto questa innovazione possa cambiare il modo di fare assistenza sanitaria fuori dagli ospedali. Gli infermieri di famiglia sono dei veri punti di riferimento per l'intera comunità e anche la collaborazione con i MMG ed i Pediatri sta andano molto bene. Nel nuovo modello di sanità che sta uscendo dalla pandemia la figura degli infermieri di famiglia sarà centrale. Il nostro impegno sarà quello di fornire di tutti gli strumenti necessari questi professionisti perchè operino al meglio per il bene dei pazienti”.


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