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Attualità martedì 22 settembre 2020 ore 01:30
La provincia a Ceccardi e la regione a Giani
La Lega si conferma primo partito della coalizione. Exploit di Fratelli d'Italia che conquista almeno un seggio a Firenze. Ceccarelli fa l'en plein
AREZZO — La dura legge delle urne. Tra vincitori e vinti, c'è chi deve mandare giù un boccone amaro in più. E' il caso di Susanna Ceccardi, candidata presidente del centrodestra che ha perso la sfida con Eugenio Giani, da domani nuovo governatore della Toscana ma ha vinto quella nella provincia di Arezzo.
Il focus sulle vallate parla chiaro e il dato provinciale lo rafforza. Segno evidente di un segnale di cambiamento che gli elettori hanno mandato – forte e chiaro – all'indirizzo di chi governa da molti decenni la Regione Toscana. Un dato su cui Giani ma anche il Pd dovrebbero riflettere perchè se prendiamo i dati delle regionali di cinque anni fa, la crescita del centrodestra nella regione roccaforte rossa è costante. Non c'è l'effetto “cappotto” e l'elettorato tradizionalmente di sinistra tiene come un argine robusto all'assalto del centrodestra che prova a scardinare il fortino della sinistra. Giani è il nuovo governatore ma adesso è atteso alla prova dei fatti dopo quella delle parole, in campagna elettorale. Da questo punto di vista il monito lanciato da Alessandro Ghinelli, sindaco uscente di Arezzo e candidato del centrodestra, è significativo nel rapporto, necessario e strategico tra Regione e Comuni.
Nella lunga maratona elettorale in provincia di Arezzo le preferenze per Susanna Ceccardi hanno sempre marcato il vantaggio del centrodestra sul centrosinistra. Uno scarto che ha oscillato tra i due punti e un punto di differenza in termini percentuali (46,02 contro il 44,43 per cento), ma in termini assoluti il vantaggio della Ceccardi si è tradotto in oltre duemila voti di differenza rispetto ai consensi incassati da Giani.
Nettamente distaccati gli altri competitor. La candidata dei 5 Stelle Irene Galletti si ferma al 6,12 per cento, ovvero 9081 voti, mentre Tommaso Fattori di Toscana a sinistra ottiene l'1,41 per cento pari a 2064 preferenze. Marco Barzanti, candidato presidente del Partito Comunista Italiano incassa quasi duemila voti (1,35 per cento). Fanalino di coda il candidato del Partito Comunista Salvatore Catello: per lui poco più di mille voti pari allo 0,67 per cento.
C'è un altro dato, altrettanto interessante: il trend delle liste.
Nella coalizione di centrodestra, c'è da registrare l'exploit di Fratelli d'Italia che a livello provinciale si attesta al 16,88 per cento dei consensi che in termini assoluti si traducono in oltre 25 mila voti. Scatta un seggio per il partito di Giorgia Meloni e in consiglio regionale entra Gabriele Veneri, capolista aretino, che ha incassato più dicinquemila preferenze. Nel 2015 Fratelli d'Italia a livello provinciale aveva il 3,77 per cento dei consensi, ovvero 4750 voti. Un balzo in avanti clamoroso che conferma il trend nazionale in crescita del partito. La Lega porta a casa 33mila voti pari al 22,4 per cento. Anche in questo caso si tratta di una significativa avanzata del partito di Matteo Salvini che solo cinque anni fa aveva conquistato 19863 voti pari al 15,77 per cento.
Anche in questo caso scatta il seggio aretino per la Lega, appannaggio del capolista Marco Casucci, consigliere uscente cortonese, che guadagna quasi cinquemila preferenze. La lista Forza Italia-Udc si attesta al 5,64 per cento dei consensi che in termini assoluti si traducono in 8284 voti. Cinque anni fa, alle regionali, dalla provincia aretina la lista di Forza Italia ottenne il 13 per cento delle preferenze, ovvero oltre 16mila voti. Una flessione evidente: forse non ha pagato la svolta civica del partito di Berlusconi a fronte di Lega e Fratelli d'Italia caratterizzati da una forte impronta identitaria.
Nello schieramento di centrosinistra, il Pd a livello provinciale ottiene oltre 49mila voti pari al 33,45 per cento e porta in Consiglio regionale due eletti: Vincenzo Ceccarelli (assessore regionale uscente) che fa incetta di preferenze volando a quota 14.245, mentre Lucia De Robertis (vicepresidente del parlamentino toscano) raggiunge quota 7144. Praticamente la metà dei consensi di Ceccarelli. Se raffrontato al dato delle regionali 2015 sempre riferito alla provincia aretina, si nota come il Pd abbia subìto una flessione passando dalle 58120 (46,15) preferenze alle attuali 45mila .
Il Movimento 5 Stelle chiude la tornata per le regionali nella provincia aretina con 9893 voti pari al 6,55 per cento. Nel raffronto con il dato di cinque anni fa, è evidente il calo di più della metà dei consensi. Nel 2015 i pentastellati ottennero 16412 preferenze che in termini percentuali significano il 13,3 dei consensi.
Lucia Bigozzi
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