Attualità domenica 29 novembre 2020 ore 14:30
Lockdown e gioco d'azzardo, il pericolo è online
La chiusura delle sale e l'obbligo di restare a casa spingono la dipendenza verso il mondo del web, che triplica i suoi "fruitori"
AREZZO — Una delle eredità più pesanti del lockdown e delle restrizioni sarà la crescita esponenziale del gioco d’azzardo online.
Ne è sicuro Gianni Bacci, presidente dell’associazione aretina “Mirimettoingioco”, che da anni opera a fianco del SerD e delle istituzioni per sensibilizzare e informare la cittadinanza sui rischi del gioco d’azzardo.
In particolare, le giocate online stanno triplicando in questi mesi di chiusura e di obbligo a rimanere in casa. Chi ha una dipendenza, che solitamente “concretizza” nelle sale da gioco, nei Bingo o alle macchinette dei bar, ha ora trovato nuove strade per giocare. Molto più subdole e pericolose. “Sì, esatto, perché innanzitutto viene meno il sentimento della vergogna, che a volte le persone provano nel giocare nei locali pubblici, e che quindi può funzionare da deterrente – spiega Gianni Bacci – Inoltre le giocate online sono più veloci e quindi è più facile spendere ancora di più. Infine, il gioco online non ha orari di chiusura e questo può trascinare le persone a giocare anche tutta la notte, per esempio”.
E così, lontano dalle luci e dagli occhi indiscreti, chi ha una dipendenza da gioco d’azzardo rischia di devastarsi di fronte al computer o al telefonino.
Le cifre del gioco d’azzardo sono impressionanti. Come riportato dall’Agenzia giornalistica sul mercato del gioco, gli aretini nel corso del 2019 hanno speso oltre 370 milioni di euro nei principali giochi; nel solo comune di Arezzo la spesa si è aggirata intorno ai 144 milioni. Secondo Bacci, pur non avendo ancora i dati del 2020 ovviamente, la cifra spesa per il gioco d’azzardo relativamente all’anno in corso sarà molto simile al 2019: “Se da una parte, le limitazioni e le chiusure delle sale da gioco hanno permesso di frenare i giocatori, dall’altra il terreno viene “recuperato” purtroppo sul web”.
Gianni Bacci guida l’associazione “Mirimettoingioco” da alcuni anni. Lui ha vissuto in prima persone tutte le difficoltà di una dipendenza che stravolge la vita. “Ho iniziato a giocare a 20 anni, ho smesso che ne avevo 40. Un periodo lunghissimo e molto difficile ma io sono la dimostrazione che se ne può uscire. Quando ammetti il problema e cerchi aiuto, hai già fatto un importante passo avanti. Con l’aiuto del SerD e dei suoi professionisti ne sono venuto fuori”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è “caduta” quando, dopo aver giocato 3 euro alle macchinette, in pochi minuti ne ha vinti 1500. “Le persone intorno a me mi hanno fatto i complimenti, mi hanno detto che ero stato fortunato, ma io non provavo niente. Non ero felice nemmeno di averli vinti quei soldi. Da lì, ho capito che non era più possibile andare avanti e sono riuscito a svoltare”.
E’ iniziato un percorso di “disintossicazione”: nei primi 6 mesi ci sono stati due episodi di ricaduta, poi tutto ha preso la piega giusta e così Gianni si è liberato. “Basta bugie e basta paura. Finalmente i rapporti con le persone tornano ad essere basati sulla correttezza e sul rispetto - racconta – Si acquista una serenità che non ha prezzo. E’ stata dura, ma ne è valsa la pena perché oltre a me stesso devo tutelare anche la mia famiglia e il mio lavoro”.
Nei 20 anni di dipendenza dal mostro del gioco d’azzardo, Gianni ha “buttato” tanti soldi. “Non so quanti, è impossibile calcolare una cifra anche indicativa. Per fortuna è acqua passata, si guarda avanti”.
Simona Buracci
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