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Attualità lunedì 18 gennaio 2021 ore 16:25

Nuove imprese, la peggior crisi in vent'anni

La fotografia della Camera di Commercio. In flessione maggiore oreficeria, manifatturiero e commercio. Meno cancellazioni rispetto al 2019



AREZZO — Un quadro a tinte soprattutto scure. E' quello delineato dai dati del Movimprese al 31 dicembre 2020 che confermano l’estrema complessità della situazione economica nazionale e locale. Sono in flessione le nuove iscrizioni al Registro Imprese ed analogo andamento anche per le cancellazioni. 

Ma entriamo nel dettaglio del nostro territorio. Lo scorso anno in provincia di Arezzo sono nate infatti 1.627 nuove imprese rispetto alle 1.933 dell’anno precedente (con una contrazione del -15,8%) mentre le cessazioni che erano state 2.115 nel 2019 sono scese a 1.758 alle fine del 2020 (con una contrazione del -16,4%).

Le sedi di impresa nell'Aretino, sempre al 31 dicembre 2010, si attestano a 37.139 unità con un saldo negativo del -0,38% pari a 141 attività in meno.

“L’estrema incertezza delle prospettive future, derivante dall’evoluzione della pandemia – spiega il Presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi – ha di fatto congelato la nati-mortalità del sistema imprenditoriale italiano così come di quello locale. Ce lo confermano i dati del Movimprese, soprattutto per quanto concerne l’entità delle cessazioni d’impresa. E’ necessario ricordare come le cancellazioni si concentrino normalmente nel primo trimestre di ogni anno, ma indubbiamente le attese legate ai benefici ed agli effetti dei vari decreti ristori sembrano aver, quantomeno, posticipato possibili cessazioni di attività. Addirittura, in provincia di Arezzo il dato complessivo 2019 aveva fatto segnare una contrazione più marcata, -0,48%, con una differenza in negativo di -182 imprese rispetto alle -142 di quest’anno. Sarà comunque necessario attendere i dati complessivi del 2021 (se non addirittura del 2022) per riuscire a quantificare le reali conseguenze della pandemia sul nostro sistema economico”

“La contrazione delle nuove iscrizioni–  aggiunge il Segretario Generale dell’Ente Marco Randellini - è la più rilevante degli ultimi venti anni e supera anche quella del 2008, l’anno dell’inizio in Italia della grande crisi economica –finanziaria. Per quanto concerne le forme giuridiche, anche in questa fase emergenziale, le società di capitale confermano il loro ruolo di motore del sistema imprenditoriale. Nel 2020 sono infatti cresciute del 1,97 con un saldo di +207 imprese. In flessione invece nel 2020 sia le società di persone -1,16% (-75 unità) che le imprese individuali -1,40% (- 274 unità). Stabili le “altre forme societarie”, categoria che comprende per lo più le società cooperative, che ha un incremento dello 0,12%. Per quanto concerne le imprese artigiane il dato 2020 presenta un saldo negativo, in valori assoluti, di 156 unità”.

“Se si analizza l’andamento della nati-mortalità per i settori più significativi del nostro sistema economico - termina Marco Randellini - si evidenzia una flessione dell’agricoltura, -1,9% (- 110 unità) e del manifatturiero, -1,3% (-70 unità). All’interno del manifatturiero registriamo una lieve contrazione (-0,7%) della moda che dalle 1.081 aziende del 2019 scende a 1.073 ed una più consistente (-2,3%) della gioielleria-oreficeria che perde 32 imprese, attestandosi a 1.361 unità. In flessione dell’1,8% il commercio all’ingrosso ed al dettaglio (che perde 144 imprese) mentre cresce il numero delle imprese nelle costruzioni (+0,6%) , in tutti i servizi e nel settore più penalizzato dall’emergenza Covid, alloggi e ristorazione che dalle 2.595 imprese del 2019 passa alle attuali 2.613 (+0,7%).

Come già sottolineato dal Presidente Massimo Guasconi occorrerà comunque attendere i prossimi trimestri e gli altri macro indicatori per avere un quadro significativo degli effetti della pandemia sull’ economia aretina”. 


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