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Attualità martedì 01 dicembre 2020 ore 10:50

Negozi, "la riapertura sabato 5 è troppo tardi"

Confcommercio scrive al presidente Conte, ma non solo, per chiedere di anticipare a giovedì l'operatività delle attività



AREZZO — Tre lettere inviate, a firma della presidente regionale  di Confcommercio Anna Lapini, all’indirizzo del presidente del Consiglio, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e del presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli. Obiettivo: permettere a tutte le attività commerciali toscane di tornare pienamente operative da giovedì 3 dicembre o, in stretto subordine, da venerdì 4 dicembre. 

Lo chiede Confcommercio Toscana alle istituzioni, Governo in primis. Lo fa con “Le garanzie e l’impegno del presidente Giani per una riapertura a sabato 5 dicembre sono assolutamente insufficienti - spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - E' di vitale importanza poter riaprire da giovedì 3 o al limite da venerdì 4 ma non più tardi: il fine settimana, ma soprattutto un fine settimana di dicembre, parte proprio dal giovedì pomeriggio. Anche in termini di concentrazione di clienti e pericolo di assembramenti, è bene prendere in considerazione questo fatto e optare per una riapertura più ‘allungata’ dello shopping”.

Di una cosa Marinoni è certo: “far partire l’autorizzazione a stare aperti da sabato 5 dicembre sarebbe un vero autogol. Concentrare gli acquisti in uno spazio orario più limitato, con il rischio di creare calca nelle vie dello shopping, va contro ogni regola di buon senso, se la priorità di questo momento deve essere quella di conciliare la sicurezza con le normali attività di sempre, shopping compreso”.

“Siamo sempre stati rispettosi delle decisioni di carattere sanitario prese dalle istituzioni nell’interesse della collettività, anche quando ci penalizzavano senza motivo - ribadisce il direttore di Confcommercio Toscana, ricordando che - la Toscana è passata in poche ore da zona gialla a zona rossa e apprendere oggi che, pur avendo parametri migliori di altre regioni alle quali è consentito di lavorare, corriamo il rischio di stare chiusi anche in questo ulteriore fine settimana prenatalizio solo per motivi burocratici o amministrativi è uno schiaffo all’intera categoria e alle sue ragioni di esistere”.

“Ecco perché – chiarisce Franco Marinoni - la nostra presidente regionale Anna Lapini ha scritto una lettera formale a Eugenio Giani e un’altra al nostro presidente confederale Carlo Sangalli, pregandolo di intercedere per noi presso le istituzioni nazionali. E stamattina ne ha scritta una terza direttamente al presidente del Consiglio Conte. Ci auguriamo che Conte comprenda la gravità della situazione e la necessità stringente di consentirci di lavorare, per la sopravvivenza delle nostre imprese, dell’occupazione e dei servizi che garantiscono sul territorio”.


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