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Attualità martedì 26 luglio 2022 ore 20:35

Nell’Aretino 62mila pensionati sotto ai mille euro

Sale la preoccupazione per l’aumento generalizzato dei prezzi mentre ai compensi dei lavoratori in congedo “nessuno mette mano”



AREZZO — "Sono oltre 114mila i pensionati nella nostra provincia, in 62mila percepiscono meno di mille euro. Con questa inflazione galoppante i nostri pensionati quanto potranno resistere?" Il presidente di Anap Confartigianato, Angiolo Galletti lancia l'allarme: "Nella nostra provincia, secondo i dati Inps, 34 cittadini su 100 sono pensionati e si tratta del rapporto più alto in Toscana", sottolinea. "Quello che più ci preoccupa è che la media delle pensioni aretine non supera i mille euro. Il carrello della spesa continua ad aumentare, ma alle pensioni non viene messa mano".

"Siamo in estrema emergenza e quello che ci auguriamo è che il tema pensioni non sia solamente uno slogan di questa campagna elettorale balneare, ma una priorità per il prossimo governo", sottolinea il presidente di Anap. "Il nostro territorio in Toscana si trova in uno stato di emergenza ancora più grave del resto della Toscana, presto ci accorgeremo delle conseguenze dell'aumento incontrollato dei prezzi, delle bollette alle stelle. Le istituzioni, anche quelle aretine, si facciano carico del problema mettendo a disposizione dei pensionati che ricevono un assegno basso, delle risorse per le spese più urgenti”.

"All’interno della povertà pensionistica, sono sempre le donne ad essere ripetutamente penalizzate: hanno avuto un allungamento della vita lavorativa per allinearla a quella degli uomini, andando in pensione più tardi di quanto si aspettassero al momento in cui entrarono nel mercato, pur avendo lavorato meno a lungo e tipicamente meno ore, ad una paga oraria/settimanale inferiore a quella degli uomini", aggiunge Galletti.

"Il problema dei futuri pensionati poveri - conclude il presidente provinciale Anap Confartigianato - si intreccia già oggi con il problema della sostenibilità del sistema pensionistico nel medio periodo. La struttura demografica della popolazione italiana ci mostra come l’onda dei baby boomers stia arrivando alla pensione e come, per contro, la base contributiva si stia restringendo. Quand’anche le politiche di contrasto alla denatalità risultassero efficaci, i benefici di nuovi contribuenti che entrano nel mercato del lavoro si verificheranno tra 20-25 anni".


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