Attualità lunedì 19 ottobre 2020 ore 07:20
"Positivi e dimenticati", famiglia disperata
La richiesta di aiuto alle istituzioni: 5 persone contagiate su 8, di cui un uomo in ospedale. La bambina di 1 anno ancora senza tampone
AREZZO — Una famiglia di 8 persone devastata dal Covid: 5 persone positive, di cui un uomo ricoverato in ospedale, e altre 3 negative, cioè una bambina di 1 anno (ancora non sottoposta a tampone), un bambino di 5 e un ragazzo di 15 (tampone fatto e negativo). E una richiesta disperata alle istituzioni: “Aiutateci”.
La storia si svolge nella periferia di Arezzo e tutto inizia i primi di ottobre quando il capofamiglia, un uomo di 65 anni cardiopatico, fa una serie di controlli per la pre-ospedalizzazione: deve operarsi al cuore. Dopo i controlli torna a casa, ma dalle analisi emerge che ha il Covid.
“Mio marito è rimasto tre giorni in casa con la febbre a 40, prima che si decidessero a portarlo in ospedale - dice la moglie – e dall’8 ottobre è ancora lì, in condizioni non semplici. Intanto in famiglia il Covid ha iniziato a girare: sono positiva io, le mie due figlie, di 34 e 38 anni, mia nipote di 13 anni. Al momento sono risultati negativi mio nipote di 15 anni e quello di 5, mentre alla nipotina di 1 anno non è ancora stato fatto alcun tampone. Come è possibile? Non so più a chi rivolgermi”.
La prima richiesta è quindi che la bambina di 1 anno venga sottoposta a tampone. Ma la questione non finisce qui. Si pone il problema della convivenza, sempre difficile, tra chi è positivo e chi è negativo. “Mio nipote di 15 anni vive chiuso in camera e non vuole vedere o parlare con nessuno – continua la donna – E’ preoccupato, triste e non si riesce a comunicare con lui. Il bambino di 5 anni, che ha la mamma positiva, vuole abbracciarla e baciarla, come è normale per un bambino. Cosa gli diciamo?”.
Ma la donna segnala con particolare rabbia che “in questi 10 giorni non si è visto nessuno qui a casa, a visitarci o a controllare la situazione: né un medico, né un infermiere, nessuno. Siamo stati abbandonati. Come pensano che possiamo uscire a comprare le medicine? E la spesa? Per fortuna alcuni vicini ci stanno dando una mano ma, per esempio, abbiamo finito le mascherine, i disinfettanti, i guanti. La Asl ci ha chiuso in casa e ha praticamente buttato la chiave, dimenticandosi di noi”.
La famiglia abita su due appartamenti, uno a piano terra e uno al primo piano, “ma è impossibile mantenere le distanze, soprattutto perché ci sono bambini piccoli che hanno bisogno di essere accuditi” spiega ancora la donna. Telefonate e mail non hanno sortito effetti: i dubbi di questa famiglia rimangono; alcuni di loro non sono mai stati visitati, la bambina di un anno non ha ancora fatto il tampone.
La situazione è sicuramente difficile per tutti e l’Azienda sanitaria sta facendo uno sforzo enorme per gestire tutti i problemi. La speranza è che ascolti questo appello e faccia quanto nelle sue possibilità per aiutare la famiglia.
Simona Buracci
© Riproduzione riservata
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