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Politica venerdì 16 luglio 2021 ore 09:49

Sanità aretina, i socialisti pronti al referendum

Alessandro Giustini, segretario provinciale Psi

Per Giustini, segretario provinciale Psi, "il gigantismo e la mega-rete di ospedali non ha portato risparmi ma indebolito le attività"



AREZZO — Anche il Partito Socialista interviene a gamba tesa sulla sanità aretina. Il segretario provinciale Giustini rilancia l'idea di un referendum popolare. I socialisti da tempo denunciano un "impoverimento" dell’ospedale San Donato e chiedono un coinvolgimento diretto dei cittadini con l’obiettivo di un superamento del modello delle mega-Asl e dei mega-distretti, andando così a definire proposte di trasformazione.

Secondo Alessandro Giustini, "il gigantismo e la distanza dai cittadini e dagli amministratori locali, rispondono ad una concezione organizzativa e finanziaria errata che ha limitato ogni verifica e controllo sulla qualità delle scelte e dei risultati in campo sanitario. La mega-rete degli ospedali non ha portato risparmi ma ha indebolito molte attività: l’attuale modello ha allentato i collegamenti e i servizi che precedentemente trovavano i loro migliori risultati nella vicinanza con le popolazioni, perdendo prossimità, limitando l’accessibilità e accusando un’insufficienza dei servizi domiciliari e residenziali per categorie quali disabili e anziani".

Per i socialisti, infatti, la recente situazione di emergenza sanitaria ha ulteriormente evidenziato le lacune di questo modello già indebolito, con il personale e con gli spazi che sono stati riorganizzati per fronteggiare una situazione imprevista e imprevedibile. Di conseguenza, le strutture ospedaliere hanno registrato peggioramenti per la gestione dei bisogni dei pazienti no-Covid, con un’ulteriore riduzione dei servizi e con la creazione di lunghe liste di attesa. 

La richiesta dei socialisti, dunque, è di prevedere una ripartenza e una riorganizzazione del sistema sanitario all’insegna di responsabilità e lungimiranza da parte delle istituzioni, per renderlo maggiormente capace di rispondere ai crescenti problemi di cronicità, disabilità e dipendenza che sono stati acuiti dal Covid19. 


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