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Cronaca sabato 28 maggio 2016 ore 09:52

Scivola su chicchi d'uva, fa causa al supermercato

La donna stava facendo la spesa quando, a causa degli acini sul pavimento, ha subito una brutta fattura con danni permanenti



AREZZO — Scivola su alcuni chicchi d'uva seminati per terra in un supermercato di Arezzo e riporta una frattura alla gamba che le stravolge la vita, azzoppandola, ma per la compagnia di assicurazione dell'esercizio è corresponsabile dell'infortunio: doveva accorgersi dell'insidia. 

Dopo quasi tre anni, di fronte al muro eretto dalla compagnia, non le è rimasto che intentare una causa: nei giorni scorsi è stato depositato l'atto di citazione contro il supermercato al tribunale di Arezzo, tramite il servizio legale di Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui la signora si è rivolta per avere giustizia. La prima udienza del procedimento è fissata per il prossimo 27 ottobre.

Il 17 novembre 2013, l'aretina A. R., entra per fare la spesa al supermercato quando, percorrendo il tunnel di entrata interno del negozio, e non nel reparto di ortofrutta, con il piede destro “slitta” su dei chicchi d'uva sparsi sul pavimento, cadendo malamente per terra. La gamba sinistra compie un movimento innaturale, una sorta di spaccata, e fa crack: frattura di tibia e perone. Inizia un lungo calvario.

Mi hanno operato inserendomi un ferro e due chiodi, ho perso la funzionalità del nervo tibiale, con pesanti conseguenze anche per i movimenti del piede - racconta la malcapitata - La mia vita è completamente cambiata, non sono più quella di due anni fa. Prima dell'incidente “spaccavo” il mondo, ballavo, sciavo: ora non posso più fare nulla di tutto ciò.. Per mesi ho dovuto usare le stampelle, sono rimasta zoppa avendo solo il 50 per cento di sensibilità sull'arto inferiore sinistro, ho difficoltà anche a camminare e a fare le faccende domestiche: mi hanno rinnovato per altri due anni il contrassegno per il parcheggio nel posto riservato ai disabili. Ciò che mi è successo non lo auguro a nessuno”. A. R., con la gamba rotta, è inoltre costretta a rinunciare a una “promozione” con trasferimento in altra sede, comunicatale dalla sua azienda tre giorni prima dell'infortunio.

Circostanze comprovate dagli esperti. La perizia del medico legale di Studio 3A calcola il danno biologico permanente nella misura del 25%, a cui vanno aggiunti, nella quantificazione totale, i 170 giorni di inabilità lavorativa temporanea, il lungo periodo di danno biologico temporaneo, la riduzione della capacità lavorativa (danno conseguenza) pari al 25%, il danno morale medio-elevato durante la malattia. Senza contare la perdita di chance, le ingenti spese per cure mediche, etc.

Ma qui inizia il secondo calvario: la battaglia per il risarcimento. La donna segnala il fatto ai responsabili del super, che è assicurato. La compagnia di assicurazione non disconosce l'accaduto e nella perizia medico legale di controparte riconosce un consistente danno biologico permanente, anche se in misura solo del 15%. Ma per la compagnia, A. R. avrebbe una corresponsabilità del 30%: doveva accorgersi dei chicchi per terra. 


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