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Attualità venerdì 28 aprile 2017 ore 14:05

"Sergio Ramelli: ricordare per non dimenticare"

Bardelli: "Sabato 29 aprile presso la via a lui dedicata ad Arezzo, depositeremo un mazzo di fiori per non dimenticare Sergio e il suo sacrificio"



AREZZO — Di seguito riportiamo la dichiarazione del consigliere comunale Roberto Bardelli in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane esponente del MSI, vittima di un agguato di Avanguardia Operaia.

“Il 29 aprile del 1975, dopo quarantasette giorni di agonia, morì all'età di soli 19 anni Sergio Ramelli. La sua unica colpa era quella di essere un esponente dell'allora organizzazione giovanile del MSI, il Fronte della Gioventù. Studente all'Itis Molinari di Milano, Sergio Ramelli aveva redatto un tema dato dal professore di italiano sulla pericolosità delle Brigate Rosse e delle varie sigle che costellavano l'allora galassia di sinistra e di come il Paese stesse scivolando verso una spirale di odio e terrore. Ma il tema di Sergio non fu neanche corretto dal professore, perché un gruppetto di studenti legati ad Avanguardia Operaia requisì tutti gli scritti e si mise a spulciarli uno a uno. E dopo neanche due ore i fogli protocollo scritti da Ramelli vennero esposti nella bacheca all'entrata della scuola, con quasi tutte le frasi sottolineate e sopra una scritta rossa come il fuoco: "Ecco il tema di un fascista!".

Da quel momento Sergio Ramelli diventa il bersaglio con il quale giocare al tiro a segno. Quasi quotidianamente viene preso di mira, a volte viene portato fuori dall'aula e preso a calci e sputi, altre volte dileggiato e deriso davanti agli altri studenti, altre volte umiliato, offeso e costretto alle cattiverie più feroci. Fino alla comparsa di quella scritta infame sotto casa: "Ramelli fascista sei il primo della lista".

Il 13 marzo del 1975 Sergio, tornando a casa, cade vittima di un agguato dei capibastone di Avanguardia Operaia: lo aggrediscono in quattro, lo colpiscono ripetutamente con la chiave inglese fino a sfondargli il cranio e lo lasciano in fin di vita sul selciato, in un lago di sangue. Per quarantasette giorni combatterà tra la vita e la morte, poi dopo quest’agonia lunga e sofferta, anche il suo cuore si arrende. Sabato 29 aprile alle 12,30, presso la via a lui dedicata ad Arezzo, depositeremo un mazzo di fiori per non dimenticare Sergio e il suo sacrificio”.


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