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Attualità venerdì 06 novembre 2020 ore 08:00

Inarsind lancia l'allarme per i professionisti

"Il Governo non ha previsto misure per ingegneri e architetti di libera professione, ancora dimenticati nei decreti della seconda fase Covid"



AREZZO — Gli ultimi provvedimenti emessi dal Governo con gli ultimi decreti, con il ritorno alla fase emergenziale per combattere la seconda ondata del Covid-19 nel pieno della diffusione in tutto il mondo, fa insorgere ancora una volta Inarsind, l'associazione sindacale che rappresenta liberi professionisti come architetti ed ingegneri.

Una situazione molto complessa, perché al momento ci sono "progettazioni in frenata o bloccate, attività di direzione lavori fortemente rallentate per sopralluoghi rinviati, collaudi in corso d’opera interrotti, vigilanza edilizia rinviata a data da destinarsi, accessi agli atti sospesi, consulenze rimandate o addirittura annullate”.

Il presidente di Inarsind Roberto Rezzola lamenta la totale assenza di provvedimenti a favore degli associati: "Nei vari decreti Cura Italia, Rilancio, Semplificazioni, Ristori i professionisti sono stati per lo più dimenticati, ed è un fatto gravissimo, considerato che pur essendo tra le categorie duramente colpite dall’eccezionalità degli adempimenti, i liberi professionisti non hanno smesso di prestare la loro opera a supporto della società civile. Eppure, anche l’ultimo decreto ci lascia fuori e questo è intollerabile oltre che ingiusto". 

La previsione per i prossimi mesi di Rezzola è molto negativa: "Ci saranno gravi ripercussioni sui flussi di cassa, sulla liquidità e, di conseguenza, oltre che sulle attività e sugli investimenti programmati per i prossimi mesi, sulla stessa possibilità immediata di corrispondere gli emolumenti ai dipendenti ed ai collaboratori e nel panorama occupazionale se è pur vera la parcellizzazione degli studi professionale è altrettanto vera l’amplificazione delle ripercussioni sull’indotto”

Inarsind segnala inoltre come i titolari di studi professionali abbiano svolto, di fatto, un ruolo di ammortizzatori sociali, permettendo che i collaboratori esterni ricevessero i seicento euro del reddito d'emergenza, pur senza aver ricevuto alcun aiuto. Di contro, hanno anche dovuto continuare a rispondere ai clienti con le loro consulenze, spesso gratuite, interpretando le disposizioni del Governo.

“Riscontriamo quindi con grande amarezza - conclude il presidente di Inarsind Rezzola - che le problematiche dei liberi professionisti non sono state prese in considerazione e auspichiamo che sia stato soltanto perché c’erano settori per i quali era necessario procedere in modo immediato ed urgente, come quello sanitario, per cui rinnoviamo quindi con forza e decisione le nostre richieste al Governo, con l’auspicio appena possibile venga finalmente posta la dovuta attenzione ad una comparto professionale di così grande rilevanza sociale, essendoci demandato il rapporto di intermediazione fra società civile ed istituzioni, oltre al ruolo che non dimenticato che spesso è di tutela della sicurezza e dei territori”.


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