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Attualità venerdì 12 febbraio 2021 ore 21:30

Zona arancione, Arezzo torna in letargo

Da domenica 14 febbraio misure più restrittive. Divieto di spostamento tra Comuni. Restano chiusi bar, ristoranti, centri commerciali e musei



AREZZO — L'indice Rt è salito, ha varcato la soglia critica del valore 1 e così la Toscana è passata dal giallo all'arancione.

Diciamo subito che non è un fulmine a ciel sereno. I dati sul contagio parlano chiaro e un po' tutti si aspettavano questo cambio di colore. Ma le conseguenze che si porta appresso sono pesanti. Sì perché da domenica 14 febbraio torneranno in vigore le misure restrittive nei movimenti e sarà vietato varcare i confini comunali se non per valide ragioni. Cambiamenti anche nel mondo della Scuola con i ragazzi delle Superiori che tornano in dad (la didattica a distanza). Chiuderanno di nuovo i musei, che avevano riaperto i portoni appena pochi giorni fa. I centri commerciali spegneranno le luci nei festivi e prefestivi.  Sono chiuse palestre e piscine. E torneranno ad abbassare il bandone bar e ristoranti, che potranno continuare solo con l'asporto e non in presenza.

Quindi salta anche il pranzo al ristorante per "San Valentino". L'ennesima mazzata ad un settore ormai in ginocchio. Gli imprenditori del food hanno delle "date chiave" nelle quali riescono ad incassare di più ed in molti casi a far quadrare i conti. "Pasqua, Natale, 31 dicembre e per l'appunto il 14 febbraio sono i "giorni caldi". Ebbene, nell'ultimo anno i ristoratori si sono visti cancellare tutti questi "bonus".

"Avevamo oltre 100 prenotazioni per San Valentino - afferma Luca Fabianelli titolare dell'Antica Fonte - e adesso dobbiamo rinunciare pure a questo incasso. Avevamo organizzato il pranzo di San Valentino su due turni: uno alle 12,30 e l'altro alle 14,30. Per l'occasione avevamo stampato un nuovo menù, acquistato merce. Solo questa sera (venerdì ndr) alle 17,30 ci hanno ufficialmente comunicato che domenica le sale del ristorante dovranno restare chiuse. Ma che senso ha tutto questo? Siamo una delle categorie più penalizzate e continuano a darci le mazzate. Per organizzare un pranzo come il San Valentino occorrono investimenti che nessuno ci ripagherà. Certo, possiamo lavorare con l'asporto ma è tutta un'altra cosa".

Il passaggio di colore è dovuto all'indice Rt che è arrivato a 1,1. Questo significa che il rischio contagio è più elevato. Negli ultimi giorni in Toscana si è verificato un aumento di positivi con oltre 700 casi quotidiani.

In provincia di Arezzo la situazione è stata pressoché stazionaria. Siamo passati dai 40 contagi di sabato ai 36 di oggi. Insomma, numeri non allarmanti. Quello che preoccupa, però, sono le varianti di virus riscontrate anche nell'Aretino. Come dichiarato anche dal direttore generale della Asl, Antonio D'Urso, la variante non comporta una gravità della malattia bensì una maggiore contagiosità. In pratica, se un soggetto positivo al Covid è in grado di infettare 3 persone, uno con la variante ne contagia almeno 10.

Purtroppo la variante inglese è stata individuata soprattutto nei territori di confine. E' il caso della Valtiberina, dove ogni giorno arrivano per motivi di lavoro o studio centinaia, se non migliaia, di persone residenti in Umbria. Un esempio reale è costituito dai 18 dipendenti della Buitoni che hanno contratto il virus ma sono residenti fuori regione. In Umbria, come sappiamo, sono stati individuati diversi casi di variante inglese e questo preoccupa anche per le sorti dell'Aretino.

E poi c'è lo "scempio" del sabato sera. Nelle ultime due settimane, in centro ad Arezzo, abbiamo assistito a scene assurde. Speriamo solo che le temperature rigide di queste ore raffreddino i "bollenti spiriti" dei giovani portandoli a più miti consigli e soprattutto a comportamenti più consoni e rispettosi della situazione che sta vivendo l'intera comunità.

Andrea Duranti
© Riproduzione riservata


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