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Attualità martedì 26 maggio 2020 ore 10:00

"Abbiamo ripreso a lavorare ma non a guadagnare"

Foto archivio

Il settore orafo è inchiodato. Molte aziende restano chiuse. Il sistema è bloccato. Pagamenti slittati, assenza di nuovi ordini e incertezze



AREZZO — L'oro non luccica più, anzi in questo momento è più opaco che mai. Arezzo ha fondato il suo benessere attorno ai metalli preziosi ma anni di crisi e adesso il Covid stanno trasformando un settore ricco in un incubo per molti.

"E' bloccato l'intero sistema" - afferma Roberto, noto artigiano che produce bigiotteria in oro e argento. "Si è fermata tutta la catena. Il cliente finale non entra più in negozio, l'esercente non rinnova la merce e i grossisti non fanno più ordini a noi produttori. Per non parlare dei pagamenti che ovviamente sono tutti slittati".

La grande incognita è anche questa. Infatti, se il lavoro nuovo è un miraggio, quello che adesso viene a mancare è il ciclo degli incassi. I pagamenti ai produttori, sono stati tutti congelati e rimandati di almeno altri 60 giorni che, sommati ad altrettanti di normale dilazione commerciale, porta i fabbricanti a riscuotere almeno a 4 mesi, sperando sempre che tutto vada bene. "Una follia" - afferma l'artigiano che continua ad aspettare fiducioso gli aiuti dello Stato. "Speriamo che le banche intervengano e sblocchino i finanziamenti velocemente perché così è impensabile continuare, dobbiamo tenere botta ma occorrono aiuti concreti". Stiamo facendo il 20% di quanto eravamo abituati a produrre".

Se gli artigiani soffrono, le aziende di dimensioni più grandi boccheggiano. Molte aziende non hanno ancora riaperto. Dall'estero non arrivano più ordini e il mercato italiano è paralizzato. Anche chi lavora per le grandi firme sta facendo fatica ad andare avanti e smaltisce le commesse arretrate facendo ruotare i dipendenti sfruttando la Cassa integrazione.

Insomma il virus non contagia più ma gli effetti che si porta dietro sono altrettanto preoccupanti e devastanti. Mancanza di lavoro e di certezze sono dazi troppo alti da pagare.


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