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Attualità lunedì 22 marzo 2021 ore 16:18

Anche al San Donato gli anticorpi monoclonali

Il nosocomio cittadino tra i 12 centri attualmente selezionati per il trattamento. I pazienti individuati dalle squadre Usca e dai medici di famiglia



AREZZO — Arrivate le prime fiale di anticorpi monoclonali per pazienti affetti da Covid-19. Le fiale, che spettano alla Toscana, sono esattamente 1.080 per il solo mese di marzo. Al momento ne sono giunte 250 e, tra oggi e domani (23 marzo), verranno consegnate le altre 830 dosi. Il primo farmaco a essere distribuito è stato Bamlanivimab, prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, ma sono in fase di approvazione da parte dell'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, anche altri farmaci che verranno distribuiti ad aprile. Sono tutti farmaci, quindi, a base di anticorpi monoclonali, progettati per legarsi alla proteina spike di Sars-Cov-2, in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule dell'organismo.

Una notizia estremante importante nella battaglia al virus. Soprattutto perché tra i centri individuati per il trattamento rientra anche l'ospedale San Donato di Arezzo, insieme al nosocomio di Grosseto per la Asl Toscana Sud Est. A oggi sono infatti state individuate dodici strutture specialistiche distribuite su tutto il territorio regionale, ma con l’arrivo di quantità maggiori di farmaco il numero di centri verrà ampliato in funzione del fabbisogno del territorio.

“Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina contro il Covid. Le prime fiale sono arrivate anche in Toscana. E’ l’inizio di una nuova stagione - dichiara il presidente Eugenio Giani -. Un lavoro di squadra, che vede impegnati in prima linea gli infettivologi di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie della nostra regione, selezionerà i primi 1.080 pazienti con le caratteristiche per essere curati con un farmaco che ci lascia ben sperare. Anche la Toscana è in prima linea nello sviluppo degli anticorpi monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani ricercatori, guidati dal microbiologo Rino Rappuoli di Siena, veri protagonisti di questo filone decisivo nella lotta al Covid-19. Finita la fase di sperimentazione, contiamo di poterlo produrre anche noi e utilizzarlo al più tardi entro l’estate”. “Si tratta di un’altra freccia preziosa da aggiungere all’arco nella lotta al Covid - aggiunge l’assessore alla sanità Simone Bezzini -. Gli anticorpi monoclonali rappresentano uno strumento in più, complementare al vaccino”.

La maggior parte di questi pazienti si trova in isolamento domiciliare. Saranno, quindi, le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e i medici di medicina generale a intercettare i pazienti per il trattamento. Tramite apposita scheda di pre-arruolamento, predisposta dalla Regione Toscana sulla base delle indicazioni Aifa, saranno preselezionati, quindi dalle Usca e dai medici di famiglia, e indirizzati ai centri specialistici più vicini per il trattamento.

L’iniziativa prevede una cabina di regia regionale, che coinvolge gli infettivologi di tutte le Aziende sanitarie toscane, tra cui Danilo Tacconi, direttore del reparto di Malattie infettive di Arezzo.


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