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Politica sabato 27 giugno 2020 ore 16:24
Caso Coingas, il Pd va all'attacco di Ghinelli
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Il segretario provinciale e comunale affondano sulla vicenda giudiziaria e rispolverano i fantasmi del passato del centrodestra
AREZZO — Campagna elettorale, ci siamo. Il Pd dissotterra l'ascia di guerra e va all'attacco di Ghinelli e di tutto il centrodestra. L'affondo è frontale e senza troppi giri di parole va a colpire là, nella ferita appena scoperta, sul caso Coingas.
"Ghinelli è alle prese con una straordinaria manovra di distrazione di massa - scrivono in una nota Francesco Ruscelli e Alessandro Caneschi, rispettivamente segretario provinciale e comunale del Pd. Parla di tutto, meno che delle accuse gravissime che la legge muove nei suoi confronti e in quelli di persone che gli stanno accanto ogni giorno in Comune".
I vertici dei democratici, poi, sottolineano come quello che sta accadendo oggi porta alla memoria i fatti accaduti durante l'ultima amministrazione di centrodestra, quella che si concluse nel 2006 perché travolta dallo scandalo "Variantopoli".
"Allora come oggi - dichiarano Ruscelli e Caneschi - emergeva un quadro desolante e con un intreccio di politica e affari, viziato da tornaconti personali.
Una guerra tra bande fatto di scambi e di favori, di persone spostate perché non rompessero le scatole. Un clima avvelenato, che ha indotto l’allora presidente Coingas a registrare centinaia di conversazioni , quasi fossero l’assicurazione sulla sua vita (politica)".
Il Pd va giù duro. Le accuse mosse all'amministrazione cittadina spaziano dalle infrastrutture, alla cultura e perfino al Turismo che è portato come fiore all'occhiello da questa amministrazione.
"Il Comune non ha prodotto un progetto di rilancio economico - affermano Ruscelli e Caneschi - non un piano per le infrastrutture, non un progetto per combattere nuove e vecchie povertà, non un progetto per la cultura o per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. In questi 5 anni nei quali, nonostante la propaganda sul turismo, Arezzo ha richiamato meno dell’1% dei visitatori della Toscana".
Insomma, chi pensava che la campagna elettorale fosse soft e in guanti bianchi si sbagliava di grosso. A due mesi e mezzo dal voto il dibattito si fa già "feroce". Il caso Coigas tiene banco mettendo in secondo piano progetti e programmi. L'inchiesta giudiziaria ha inevitabilmente cambiato i piani e la dialettica.
Dopo i primi affondi e schermaglie la speranza è che questa campagna elettorale si svolga pro-Arezzo. Che vengano portati alle luce progetti, iniziative, soluzioni per dare agli aretini un motivo valido per recarsi alle urne. Che la politica, finalmente, si decida a trovare soluzioni utili al rilancio della città e a sostenerla in questa fase di crisi totale. Insomma una politica fatta per Arezzo.
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