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Attualità mercoledì 09 dicembre 2020 ore 12:30

Covid, assenza dal lavoro e certificato

Il medico di famiglia può esentare il paziente dall'attività professionale per motivi di sanità pubblica oltre che per malattia



AREZZO — La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale della Regione Toscana ribadisce il diritto del cittadino ad ottenere idoneo certificato di astensione dal lavoro quando necessario e senza dover “peregrinare” da un medico ad un altro

Questo soprattuto in funzione dei casi che si sono verificati ultimamente in merito alle conseguenze della pandemia. La diatriba è nata per quei casi che, una volta finito il periodo massimo di quarantena che è di 21 giorni, non risultano ancora negativi e non possono usufruire dello smart working. In tal caso, la FIMMG sottolinea che quiesti devono essere considerati malati anche ai fini Inps.

I cittadini hanno diritto al certificato di astensione dal lavoro non solo per malattia ma anche per motivi di sanità pubblica.

I Medici di medicina generale ricordano che la normativa vigente ed il Codice deontologico prevedono che il medico che rilascia il certificato è solo quello che ha visitato/valutato il paziente e si ritiene pertanto che tutti i laureati in Medicina e Chirurgia iscritti all’Ordine compresi i medici dell’Igiene Pubblica ed i medici competenti siano tenuti al rilascio del certificato, mentre è violazione deontologica trasferire ad altro medico il compito di certificare per situazioni che non ha valutato per primo.

Relativamente poi alla riammissione al lavoro dei soggetti asintomatici dopo i 21 giorni di isolamento ma con tampone molecolare ancora positivo, per mettere queste persone in smart working laddove possibile, i medici denunciano una disparità di trattamento tra le persone che possono lavorare in smart working e che quindi sono considerate “guarite” e persone ugualmente ancora positive, ma che non potendo lavorare in smart working sono da considerare ancora malate e pertanto necessitanti di certificato di malattia.


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