Attualità lunedì 05 ottobre 2020 ore 09:50
Chiusura locali alle 23, il muro di Confesercenti
L'associazione di categoria mette le mani avanti in vista del nuovo Decreto. "Bar e ristoranti non sono il problema"
AREZZO — E' già un "no" quello di Confesercenti Arezzo all’ipotesi di chiusura anticipata di bar e ristoranti alle 23, come misura per contrastare la diffusione del Coronavirus.
“La ripresa della circolazione del virus preoccupa naturalmente Confesercenti - commenta il direttore Mario Checcaglini -
Crediamo che siano necessarie misure per contrastare la ripresa della pandemia e per esempio, qualora si dovesse indossare la mascherina, non solo negli ambienti chiusi ma anche altrove, non saremmo contrari, anche se immaginiamo che dovranno esserci controlli adeguati per verificare il rispetto delle regole”.
La questione che preoccupa, dice Checcaglini “e sulla quale siamo contrari, è la chiusura alle 23 dei locali, quali bar e ristoranti; una misura che non giudichiamo corretta. Se c’è chi pensa che siano i locali la causa degli assembramenti, si sbaglia. Crediamo infatti che i titolari delle attività gestiscano bene gli afflussi all’interno delle loro attività e utilizzino la massima attenzione per il rispetto delle normative anticontagio. Il problema degli assembramenti è in strada e negli spazi pubblici. In caso di chiusura anticipata dei locali, gli assembramenti potrebbero addirittura aumentare proprio perché non ci sono i locali aperti”.
Confesercenti ritiene addirittura che l’apertura degli esercizi pubblici sia un modo per controllare meglio la ‘movida’. “Ci pensi bene il Governo - aggiunge Checcaglini - prima di assumere una misura che penalizzerà le imprese, che ancora non si sono riprese dalla situazione creata dal periodo del lockdown e dalla fase successiva causata dall’emergenza Covid. In caso di chiusura alle 23, i titolari di bar e ristoranti entreranno ancor più in crisi. Se in giro c’è ancora chi non utilizza la mascherina e non evita gli assembramenti, questi sono comportamenti che non possono essere riconducibili all’apertura di bar e ristoranti per i quali si ipotizza una chiusura anticipata alla quale Confesercenti dice ‘no’, in partenza”.
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