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Attualità venerdì 03 giugno 2016 ore 17:24

"Come tutelare azionisti della vecchia banca"

Lacroce sui requisiti per accedere al bando: "Gli acquirenti gli riconoscano diritto gratuito di opzione/prelazione o condizioni privilegiate"



AREZZO — Ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera al presidente delle good bank, Roberto Nicastro, all'ad Roberto Bertola, al direttore Autorità di risoluzione e delle crisi presso Bankitalia Stefano de Polis, al commissario liquidatore Giuseppe Santoni e al presidente REV Gestioni Credito spa Livia Pomodoro.

Vincenzo Lacroce, presidente dell'associazione "Amici di Banca Etruria", richiama l'attenzione dei destinatari sui diritti degli azionisti della vecchia banca. E fa una proposta.

Qui di seguito, il testo della missiva.

"Com’è noto si è recentemente conclusa la fase di presentazione delle offerte non vincolanti da parte dei potenziali acquirenti di Nuova Banca Etruria Spa (e delle altre 3 Bridge-bank) che avevano manifestato interesse in tal senso. A breve è prevista la selezione dei soggetti ammessi alla successiva fase di selezione, che è attesa concludersi nel prossimo mese di luglio, cui seguirà l’esame e la valutazione delle offerte e relativi contenuti industriali.

Contestualmente sono stati emanati i provvedimenti legislativi, il cui iter parlamentare è in corso di completamento verso la conversione, presumibilmente con modifiche, del D. L. n. 59 del 3.5.2016, che ristorano parzialmente i possessori di prestiti subordinati azzerati a seguito della risoluzione della banca emittente, ora in liquidazione; provvedimento che in qualche modo, fatto salvo il diritto di agire in giudizio, dovrebbe risarcire, nello spirito dell’art. 47 della Costituzione della Repubblica, quei risparmiatori che hanno investito in tali strumenti finanziari, collocati come semplici titoli di debito ma che si sono rivelati – coerentemente con la loro natura ma non con la maggior parte dei profili dei sottoscrittori – titoli di capitale di seconda istanza.

Data una soluzione patrimoniale a tali – di fatto e di diritto – “pseudoazionisti”, occorre rivolgere l’attenzione e l’azione di tutela ai vecchi azionisti della Banca che hanno visto il loro capitale investito interamente azzerato: e qui si fa riferimento non tanto agli investitori istituzionali e professionali che hanno perseguito, in questo caso con poca fortuna, le loro scelte speculative e/o remunerative, quanto ai piccoli azionisti espressione dei territori di insediamento della BPEL che per spirito di identità ed attaccamento alla banca del territorio hanno acquistato le azioni della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, quotate sul mercato ufficiale, e si ritrovano ora spogliati e defraudati senza alcun titolo di rivalsa, in quanto possessori di titoli di capitale di rischio.

Con la presente l’Associazione, che rappresenta e dà voce agli azionisti privati e minori della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, al fine di garantire a quanti dei vecchi azionisti della Banca fossero intenzionati a sostenere la nuova soluzione industriale che si prospetta con la vendita della Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio ed al tempo stesso privilegiare ancora il rapporto con i territori di insediamento ed investire sul valore della fidelizzazione, propone e richiede che tra i criteri/requisiti di ammissibilità e/o di valutazione dei piani industriali che andranno presentati dai potenziali acquirenti nella fase di selezione delle proposte (bidding) sia previsto, o quanto meno sia considerato titolo valutativo preferenziale, l’impegno a riconoscere ai titolari delle vecchie azioni della Banca Popolare originaria un diritto gratuito di opzione/prelazione o warrant ovvero altro strumento incorporante diritti sul capitale di nuova emissione, a sottoscrivere a pagamento, magari a condizioni privilegiate e tenuto conto della di fatto condizione di “azionisti durevoli” della Banca anche ai fini dell’istituto del voto maggiorato, azioni di nuova emissione della nuova banca e/o del soggetto societario risultante dall’operazione di business-combination prevista. Tale soluzione sarebbe a costo zero sia per l’emittente che per la procedura di risoluzione e, al tempo stesso, riattiverebbe il circolo virtuoso tra rappresentatività dell’azionariato e vantaggio competitivo della banca radicata sul territorio, rispetto agli operatori di grandi mercati.

Riteniamo che la richiesta qui presentata, per razionalità e senso di misura, non possa che essere presa in considerazione, in ultima istanza anche nell’interesse delle autorità regolatrici e di gestione della procedura di risoluzione, per recuperare in qualche modo e per qualche verso la credibilità del sistema bancario e degli organismi di sistema presso i risparmiatori e cittadini dei territori in cui opera la Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio (come in quelli delle altre 3 Bridge-bank), “ridando fiducia” insieme alla salvaguardia di un diritto patrimoniale legittimo dei possessori di azioni della vecchia Banca Popolare. Nel dichiararci disponibili ad un eventuale incontro per chiarire e precisare meglio i contenuti della presente richiesta, si inviano cordiali saluti".


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