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Attualità mercoledì 10 febbraio 2021 ore 13:45

​Con la pioggia il ricordo del Martiri delle foibe

Il maltempo non ha scoraggiato le tante persone che sono intervenute davanti al monumento in fondo a via Petrarca, alla Casa dell'Energia



AREZZO — Ampia partecipazione, nonostante il meteo davvero inclemente, all'annuale cerimonia del Giorno del Ricordo, dedicato alla memoria delle vittime delle foibe. Erano presenti le autorità civili e militari di Arezzo, ma anche tanti liberi cittadini, che hanno ignorato la pioggia battente e il freddo per presenziare alla deposizione della corona d'alloro davanti al monumento dedicato ai martiri, che ad Arezzo si trova in fondo a via Petrarca, nel prato antistante la Casa dell'Energia.

Il 10 febbraio di ogni anno, a partire dal 2005 in cui venne celebrato per la prima volta, è il Giorno del Ricordo, in memoria dell'esodo giuliano-dalmata e di tutte le vittime delle foibe. Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, partigiani jugoslavi e dell'OZNA misero in atto una vera e propria pulizia etnica contro militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia. Una stima esatta delle vittime è sempre stata impossibile da portare a termine, per le modalità stesse della strage e dell'occultamento delle migliaia di cadaveri.

Le foibe sono infatti degli inghiottitoi di origine carsica, all'interno dei quali vennero gettati i corpi delle vittime. In realtà la maggior parte di loro venne trucidata o perse la vita nei campi di prigionia dell'ex Jugoslavia, oppure durante le operazioni di deportazione verso di essi, ma pare ormai accertato che in alcuni casi delle persone furono gettate all'interno delle foibe ancora vive, per poi morire di stenti e per le ferite nelle grotte sotterranee.

I primi ritrovamenti avvennero già nel 1943, quando il maresciallo dei Vigili del Fuoco Arnaldo Harzarich di Pola venne incaricato di indagare all'interno delle foibe, ma la strage prosegui anche dopo il termine delle ostilità militari. Centinaia i corpi ritrovati e recuperati, ma la difficoltà nell'esplorare le foibe, il loro grande numero e la loro diffusione a macchia di leopardo sul territorio, hanno reso impossibile l'esatta ricostruzione della dimensione dell'eccidio. Le stime restituiscono numeri anche molto lontani fra loro, ma parlano comunque di migliaia di infoibati, oggi ricordati in tutta Italia con cerimonie analoghe a quella andata in scena ad Arezzo.


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