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Cronaca mercoledì 14 luglio 2021 ore 21:40

"Contributi a fondo perduto", in 26 nei guai

La Guardia di Finanza passa al setaccio le dichiarazioni per ottenere risorse statali. Immobiliare, ristorazione e commercio i settori sotto la lente



AREZZO — L'erogazione dei Contributi a fondo perduto finiscono sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di Finanza di Arezzo. Si tratta di risorse messe a disposizione dallo Stato per contrastare gli effetti della crisi economica e per "attenuare" i cali di fatturato.

Nell'Aretino, fino ad ora, sono ben 26 le irregolarità scoperte dalle Fiamme Gialle.

Per prima cosa i Finanzieri hanno accertato che coloro che hanno fatto richiesta e beneficiato di queste elargizioni non abbiano ricevuto condanne per determinate tipologie di reati, tra i quali l’associazione di stampo mafioso, quella finalizzata al traffico illecito di stupefacenti e la truffa aggravata, così come previsto dal “codice antimafia”.

Il nucleo di Polizia Economico Finanziaria, grazie all’incrocio delle informazioni acquisite dalla Prefettura con gli elementi ricavati dalle banche dati, ha “passato al setaccio” centinaia di posizioni, individuando alcuni imprenditori - 6 in tutto - che hanno avuto accesso al denaro statale, senza averne titolo, per la presenza di condanne per gravi reati e di interdittive antimafia.

L’analisi delle posizioni irregolari ha riguardato anche lo “stato giuridico” delle imprese richiedenti. È emerso, difatti, il caso di aziende che hanno presentato l’istanza, pur essendo poste “in liquidazione” in epoca anteriore alla dichiarazione dello stato di emergenza (31 gennaio 2020). Le imprese “in liquidazione” che hanno indebitamente richiesto il contributo sono risultate ben 18. Ad ogni modo, non appena avviati i controlli, 5 di queste aziende hanno spontaneamente restituito le somme, comprensive di interessi e sanzioni, ravvedendosi dell’ “errore” commesso.

Infine, ultima fattispecie riscontrata è quella di chi ha presentato l’istanza, dichiarando non correttamente di avere il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di Comuni colpiti da eventi calamitosi (alla data del 31 gennaio 2020). Circostanza questa che permette di ottenere le erogazioni, prescindendo dal requisito del calo del fatturato. 7 sono le posizioni risultate illegittime, tutte scoperte nel Casentino, a seguito degli accertamenti condotti dalla tenenza di Poppi, con il coordinamento del gruppo di Arezzo.

Complessivamente, fino ad ora, le attività economiche rimaste “nelle maglie” dei controlli sono 26. I settori maggiormente interessati sono quello immobiliare, della ristorazione e del commercio al dettaglio.

I responsabili sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Arezzo, per l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, o verbalizzati con sanzione amministrativa, laddove il contributo incassato non supera la soglia-limite di 4mila euro, prevista per la punibilità penale (gli importi variano da un minimo di mille euro ad un massimo di 40mila euro). 


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