Attualità giovedì 09 marzo 2017 ore 15:36
Dal Pionta a via Malpighi, i dubbi dei Popolari
I Popolari per Arezzo lamentano la poca chiarezza relativa alle sorti di parchi, quartieri e aree cittadine. Soletti: "L'emergenza è attuale"
AREZZO — L'amministrazione non ha definito con chiarezza le sorti di alcune aree della città. I Popolari per Arezzo esprimono perplessità in merito alle discussioni in consiglio comunale su bilancio, documento unico di programmazione e programma triennale delle opere pubbliche che, prevedendo l'utilizzo anche delle risorse derivanti dal bando governativo per la riqualificazione delle periferie, lasciano tanti dubbi e non spiegano chiaramente come verrà ridisegnato il futuro del territorio aretino. L'associazione lamenta come le recenti situazioni di degrado e insicurezza che regnano in numerose zone cittadine non abbiano trovato risposte adeguate, mancando un reale programma di valorizzazione e di rilancio per il Pionta o per quartieri come Saione e Pescaiola. I Popolari per Arezzo hanno rivolto un'attenzione particolare alla riqualificazione dei parchi pubblici appurando come, ad esempio, il programma triennale delle opere pubbliche 2017-2019, comparato con quello precedente, non contenga idee, progetti d'intervento e risorse per il Pionta provenienti dal bando governativo. Per questo importante parco cittadino sono stati stanziati 250.000 euro relativi al solo 2019 e riguardanti illuminazione e vialetti.
«L'emergenza è attuale - commenta Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo. - Fino al 2019 cosa sarà fatto? Sono sufficienti questi interventi ristretti per un'area come quella del Pionta che necessita di un rapido e lungimirante percorso di recupero?».Le risorse governative hanno permesso di anticipare interventi per altre aree verdi o di prevederne di nuovi, incrementando rispetto al passato gli importi destinati alla riqualificazione del parco Arno e del parco Ducci.
La messa in sicurezza e il recupero di quartieri periferici come Saione e Pescaiola attraverso l'incremento dell'illuminazione, il potenziamento della video-sorveglianza, la realizzazione di marciapiedi e la predisposizione di aree d'incontro hanno invece ricevuto la priorità "3", cioè la priorità minima. Nel programma triennale delle opere pubbliche, infine, non è rientrata la questione dell'amianto e delle case popolari di via Malpighi, perdendo l'occasione di destinare a questi ambiti una quota dei fondi della riqualificazione urbana del governo che avrebbe permesso di dare concretezza all'intervento e di seguire il felice esempio di altri comuni che hanno destinato importanti risorse per operazioni simili a queste.
«Si tratta di un'occasione persa per dare inizio ad una reale e istituzionale soluzione al problema dell'amianto nel caso specifico di via Malpighi - aggiunge Soletti, - senza dover attendere l'incerta attuazione di una petizione popolare e senza rischiare ulteriori deresponsabilizzazioni riguardo alle competenze sull'intervento».
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