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Attualità venerdì 01 gennaio 2021 ore 07:00
D'Urso anticipa il 2021 della sanità aretina
San Donato ospedale leader anche per le patologie no-Covid. Ecco come i tamponi incidono sui positivi. Dall'Area Vasta all'importanza del vaccino
AREZZO — Il direttore della Asl Toscana sud-est Antonio D'Urso fa un bilancio del 2020 e spiega come cambierà la sanità aretina nel corso del nuovo anno.
La pandemia ha stravolto e cambiato tutto ma lui non ha mai avuto dubbi sulla forza o capacità dei professionisti di governare la situazione. Certo in un paio di occasioni ha temuto per la tenuta del sistema. Questo, soprattutto, per la mancanza di tecnologia, strumentazione o materiali. A tal proposito il direttore generale della Asl ricorda lo scorso aprile, quando la sanità aretina dovette rivolgersi ad una struttura esterna per eseguire e leggere i tamponi.
Sulla relazione contagiati-tamponi D'Urso fa chiarezza. Il direttore generale spiega che i tamponi eseguiti dalla Asl si dividono in tre parti: quelli di primo accesso prescritti dal medico o pediatra di famiglia, quelli di controllo sui positivi e quelli sui contatti di caso. E' evidente che queste ultime due categorie vengono a diminuire quando il contagio è basso. Così come è calata anche la "frenesia" delle gente nel volersi fare il test. A tal proposito presto verranno eseguiti screen rapidi a determinate categorie per cercare di "scovare" gli asintomatici.
Per Antonio D'Urso il San Donato dovrà diventare un ospedale sempre più forte. E non solo per quanto riguarda l'epidemia. Il direttore generale della Asl vuol fare quanto in suo potere affinché ad Arezzo venga riconosciuto il ruolo di leader anche per le patologie no-Covid.
Sul tema vaccinazioni il numero uno della Sanità aretina ritiene che ci sia troppa disinformazione nei confronti del siero della Pfizer BionTech che, dati alla mano, ha un livello di copertura del 95%. "Basta questo dato, associato alla presenza di effetti collaterali modesti, per convincere chiunque a vaccinarsi". L'obiettivo dell'Azienda Sanitaria è quello di raggiungere ad Arezzo, come nel resto della Toscana, il maggior numero di soggetti vaccinati. A tal proposito ha dato disposizioni al personale incaricato di procedere immediatamente alla somministrazione, ai soggetti aventi diritto, non appena il vaccino arriva al deposito del San Donato.
"Ma come si fa a pensare che una vaccinazione sicura non serve quando abbiamo davanti agli occhi tutti i morti che questa bestia nera ha provocato?"
Sull'Area Vasta Antonio D'Urso non ha dubbi ed è convinto che sia la soluzione ottimale per gestire le risorse. "I pazienti aretini sono stati ricoverati nella Terapia Intensiva di Nottola, se l'area senese avesse avuto un'altra Azienda Sanitaria tutto questo non sarebbe stato possibile con l'immediatezza con la quale ci siamo attivati". Il direttore generale Asl sottolinea come una struttura di queste dimensione necessiti di un sistema gerarchico molto presente e di una catena di comando stabile.
Sulla terza ondata del contagio il manager non vuol fare previsioni e spera arrivi prima una vaccinazione di massa rispetto ad un nuovo picco.
"Un'eventuale terza ondata rappresenterebbe una sconfitta dei comportamenti individuali. Vi ricordate cosa è successo a settembre dopo che i nostri ragazzi erano andati all'estero in vacanza?"
Ecco il video dell'intervista completa ad Antonio D'Urso, direttore generale Asl Toscana sud est.
Andrea Duranti
© Riproduzione riservata
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