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Attualità venerdì 14 gennaio 2022 ore 07:00

Cna punta il dito su inflazione e pandemia

Mascagni, presidente Cna Arezzo

L'aumento esponenziale del contagio da Covid e l'impennata dei costi, primo fra tutti quello dell'energia, sono i principali problemi per la ripresa



AREZZO — La situazione è chiaramente molto complicata. Il contagio non accenna a diminuire ed in questa situazione di emergenza sanitaria, che in molti casi mina anche le aziende costrette a ridimensionarsi per l'alto numero di dipendenti positivi, ci si mette anche la folle impennata del costo delle bollette. Tutti ingredienti che fanno temere per la tanto auspica ripresa.

Di questo ne è convinto anche il presidente di Cna Arezzo.
“Le assenze sul lavoro da parte di personale contagiato o in quarantena, sommato ad aumento  dei prezzi di energia, gas e materie prime, insieme alle difficoltà di approvvigionamento, stanno mettendo in seria difficoltà la produzione - afferma Fabio Mascagni. Senza poi parlare della ripresa dell'inflazione. Secondo le stime ammonta a quasi 36 mld di euro il rincaro della bolletta che le imprese dovranno pagare quest’anno a causa degli aumenti dei prezzi dell’energia. Costi raddoppiati per l’elettricità rispetto al 2019, prima della pandemia, un incremento spaventoso che, sommato al rincaro del gas, costringerà molte attività a chiudere almeno temporaneamente gli impianti”.

La manifattura che stava ripartendo rischia di veder saltare i conti – osserva il presidente Mascagni - diventa impossibile programmare l’attività a fronte di oscillazioni dei prezzi di elettricità anche del 20% nell’arco di poche ore. Per alcune filiere il costo dell’energia ha raggiunto livelli insostenibili al punto che i prezzi di molti prodotti oggi coprono a stento i costi dell’energia. Il rischio è da un lato non avere la possibilità di presentare il listino prezzi 2022 con un effetto a catena sul prodotto finito, dall’altro, nel medio termine, è non riuscire ad agganciare la ripresa post pandemia”.

E come sempre a soffrire di più sono i più piccoli.

Artigiani e Pmi – ricorda il presidente Cns - pagano il prezzo dell’energia il 35% in più della media europea e quattro volte superiore a quello delle grandi imprese a causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali in bolletta, che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le nostre piccole imprese. Considerando che i prezzi dell’energia non sono destinati a scendere per un paese importatore di energia come l’Italia, non è più rinviabile un intervento strutturale sulla composizione delle bollette. E’ fondamentale che il governo metta in campo tutte le misure necessarie a sterilizzare, il più possibile, questi rincari e azzerare o ridurre fortemente il peso fiscale sui costi energetici. Come Cna promuoviamo proprio in questi giorni un questionario per raccogliere le voci degli imprenditori. Va detto che gli interventi non possono essere adottati solo internamente ma a livello europeo: non è sufficiente che si muova un solo paese, serve una presa di posizione comune e una spinta decisa sulle fonti rinnovabili e sulla transizione energetica, perché non possiamo continuare a dipendere così tanto da quelle tradizionali”. 


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