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Attualità giovedì 05 novembre 2020 ore 17:35

Lotta al Covid, ecco le strategie della Asl

Antonio D'Urso, direttore generale Asl

Il direttore generale Antonio D'Urso fa il quadro della situazione. Potenziamento di ospedali, tracciamento, Usca e reperimento di alberghi sanitari



AREZZO — E' una battaglia che deve essere combattuta e soprattutto vinta. Il Covid non dà tregua, sta contagiando tutto il Paese e anche il territorio aretino è sotto assedio.
La Regione Toscana stabilisce le strategie ma è la Asl che opera e decide come intervenire. E lo fa valutando caso per caso, territorio per territorio.

La situazione è emergenziale, occorrono rapidi interventi. Così Antonio D'Urso, direttore generale della Asl Toscana sud-est, non perde tempo e mette in campo azioni mirate e precise.

“Continuiamo a lavorare per vincere questa battaglia contro il Covid. Ci concentriamo non solo sugli ospedali ma anche su nuove centrali di tracciamento, potenziamento delle Usca, reperimento degli alberghi assistiti (sanitari). Stiamo anche immaginando strutture aggiuntive a quelle prettamente sanitarie in caso di emergenza: ci sta lavorando la Protezione civile regionale. Sarà un cuscinetto di riserva. Le scelte di questi giorni non sono di programma ma legate esclusivamente all’emergenza” - sostiene D'Urso.

Così il direttore generale Asl ha illustrato il piano d'azione. "L'obiettivo che abbiamo condiviso con Regione e Sindaci è identificare gli ospedali per la gestione del Covid e utilizzare gli altri per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. In una situazione come questa, dove servono posti letto non solo per terapia intensiva ma anche per pazienti Covid a media ed a bassa intensità, ognuno deve fare la propria parte, senza campanilismi".

Oltre 6600 erano ieri i positivi in carico nell'Area Vasta. Percentuale di nuovi positivi sui tamponi tra il 7 e l’8%. Viene ricoverato il 3,5% dei nuovi positivi contro il 4,3% della media regionale. In terapia intensiva va il 13% dei ricoveri, in linea con la Regione. Sono in aumento gli asintomatici e rispetto alla prima fase dell’emergenza, abbiamo più ricoveri nella degenza Covid e meno in terapia intensiva.

Gli ospedali Covid si confermano il San Donato di Arezzo e il Misericorda di Grosseto per la Asl Tse e Le Scotte per l’Azienda ospedaliera universitaria senese. L’obiettivo è quello di utilizzare prevalentemente ospedali per concentrare competenze e professionalità.
“ Il San Donato non è stato e non sarà solo ospedale Covid e verranno attuate sinergie con altri ospedali del territorio. Un esempio è rappresentato dalle chirurgie. Il San Donato conserva quella d’urgenza e oncologica ma potrà utilizzare la collaborazione di Montevarchi e Bibbiena e, se necessario, quella del privato accreditato”

Un tema di forte rilievo è rappresentato dalle cure intermedie. Attualmente sono solo una trentina: 10 Siena, 14 a Grosseto e 16 ad Arezzo.
La proposta di Antono D'Urso è quella di utilizzare i posti letto di degenza ordinaria di Cortona, Abbadia, Castel Del Piano e Pitigliano per poter passare da 30 a 180 posti, per accompagnare il passaggio da ospedale a domicilio e dare risposta a positivi nelle Rsa.
I posti letto saranno attivati in maniera progressiva sulla base dell'andamento della pandemia. 

Per quanto concerne l'ospedale della Fratta i posti letto saranno progressivamente riconvertiti ad iniziare da 1 modulo al secondo piano. Rimarranno garantiti i servizi di pronto soccorso, dialisi, oncologia ambulatoriale, centro trasfusionale, specialistica ambulatoriale, diagnostica radiologica ambulatoriale, centro prelievi, attività ambulatoriale cardiologica, attività endoscopica ambulatoriale e, nella prima fase, degenza medica e procreazione medicalmente assistita.

Le scelte sono state condivise con i sindaci del territorio, che hanno apprezzato il mantenimento di determinati servizi sanitari all'interno dei presidi.

La proposta del direttore generale Asl Antonio D'Urso è stata valutata "equilibrata" dall'assessore regionale alla sanità Bezzini.


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