Attualità mercoledì 22 giugno 2016 ore 10:48
New bank, i sindacati alzano la voce
Fisac Cgil: "Non accettiamo che la sorte dei lavoratori, degli occupati diretti e dell’indotto, sia decisa senza coinvolgere chi li rappresenta"
AREZZO — Dopo l'intervento delle rappresentanze sindacali di Nuova Banca Etruria, registrato ieri, in cui si fa appello alla politica per la vicenda della new bank, oggi l'appello si fa più importante e consistente, visto che a lanciarlo sono le Segreterie degli organismi sindacali aziendali FISAC/CGIL dei gruppi Nuova Banca delle Marche – Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio – Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara – Nuova Cassa di Risparmio di Chieti.
"Confermiamo piena fiducia nelle competenze e nella professionalità di chi ha il compito di collocare sul mercato le 4 Nuove Banche ma non accettiamo che la sorte dei lavoratori, degli occupati diretti e di quelli dell’indotto sia decisa senza coinvolgere chi li rappresenta - dicono i sindacati - Abbiamo ben chiara la distinzione fra Istituzioni, politica, banca e affari ecc. ma non accettiamo che le Istituzioni locali si disinteressino del destino e delle prospettive di 4 Nuove banche (e delle altre aziende e società dalle stesse controllate e/o partecipate), decisive per il territorio.
Abbiamo consapevolezza dei guasti provocati da passate gestioni e delle ombre lunghe che ancora si riverberano sull’esistente ma non accettiamo che chi aveva autorità e/o titolo per intervenire, ora se ne lavi le mani e non si ponga la domanda su quali riflessi per il territorio, per le famiglie e le imprese della programmata cessione. Abbiamo atteso mesi che, prima e durante l’amministrazione straordinaria, si ricercassero le soluzioni e, alla fine - continua la nota - siamo stati oggetto dei provvedimenti di risoluzione, con le nefaste conseguenze a tutti note per i piccoli azionisti e i detentori di obbligazioni subordinate non istituzionali e non professionali.
Abbiamo deciso di ripartire e di impegnarci per il rilancio delle 4 Nuove Banche, presenti in un vasto territorio, nevralgico e sensibile per l’economia del Paese, insediate prevalentemente nel Centro Italia, con propaggini e presenze consolidate al nord e al sud. 4 Nuove banche con una naturale vocazione verso l’economia reale, le famiglie e le piccole e medie imprese. Banche da rilanciare e consolidare e, nel contempo, una opportunità unica per operatori creditizi e finanziari seri che sappiano rapportarsi ai territori di tradizionale insediamento.
Abbiamo negoziato e sottoscritto accordi di riduzione dei costi, che comportano sacrifici economici per le lavoratrici e i lavoratori - sottolinea la nota sindacale - Abbiamo utilizzato gli strumenti contrattuali a disposizione per accompagnare alla pensione un numero cospicuo di colleghi più anziani, grazie anche alla solidarietà di chi è restato al lavoro. Ma non ci si chieda di “non disturbare” e di attendere che tutte le decisioni vengano assunte prima di essere informati e chiamati al confronto sulle ricadute per i lavoratori. La ricetta non può continuare ad essere la riduzione dell’occupazione e la perdita di posti di lavoro, con il conseguente aggravio delle condizioni di lavoro per chi resta.
Non ci sottrarremo - dicono i sindacati - al confronto sulle prevedibili ristrutturazioni ma, proprio in forza di quanto asserito dal Governatore Visco, “La procedura di cessione di queste banche sul mercato è in fase avanzata; segue rigorosi criteri di trasparenza, imparzialità e concorrenza; se ne prevede la chiusura nel corso dell’estate”, chiediamo: Quali sono i criteri adottati dall’Autorità di risoluzione, proprietaria delle 4 Nuove Banche? Quali sono le condizioni poste ai potenziali acquirenti invitati alla “data room”? Quale peso avranno nella selezione delle offerte le ricadute sui territori e sui lavoratori? Quale progetto per il territorio, quale ruolo per le 4 Nuove banche che, “ tolti dall’attivo i prestiti in sofferenza, sono ora impegnate a rinforzare il rapporto con oltre un milione di clienti tra depositanti e piccole e medie imprese"? Quale gestione da parte della REV dei crediti in sofferenza, che sono stati ceduti ad un valore ampiamente svalutato? Si stanno valutando gli effetti della vendita dei crediti deteriorati sull’economia reale, sulle imprese e le famiglie? Quale piano industriale e quale risposta all’occupazione ( diretta e indiretta ), vero volano per la ripresa dell’economia?
L’occupazione e le condizioni di lavoro passano per le risposte a queste domande" terminano i sindacati.
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