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Cronaca martedì 20 dicembre 2016 ore 12:36
Non versano Iva per 20 milioni di euro
Operazione internazionale tra Spagna e Italia con il sequestro di 27 chili di oro puro. Azienda aretina a capo di un sistema di frode carosello
AREZZO — Il Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo, nell’ambito di un’operazione di polizia internazionale in collaborazione con la Guardia Civil spagnola e gli organismi Europei EUROPOL ed EUROJUST e dell’autorità giudiziaria aretina, ha sequestrato circa 27 kg di lingotti e lamine in oro puro privi di punzonatura identificativa relativamente alla provenienza, per un valore di 1.000.000 euro.
Nei giorni scorsi sono scattate perquisizioni ed arresti in Spagna, Portogallo, Italia e Slovenia, con la partecipazione di decine di agenti; ad Arezzo sono state compiute numerose attività presso aziende e persone fisiche e, in due occasioni, grazie alla perizia dei finanzieri, è stato trovato il metallo prezioso che era stato abilmente nascosto.
L'aretino “proprietario” del tesoretto è stato arrestato in Spagna. Gli sono stati sequestrati altri 50 kg di oro puro. L’operazione, denominata IBERIA, si inserisce nei rapporti di Cooperazione Internazionale di law enforcement.
Il sodalizio criminale, che opera in territorio iberico ma è capeggiato da cittadini residenti ad Arezzo, frodava il fisco spagnolo evitando numerosi versamenti dell’Iva. In particolare l’organizzazione, facendo uso del classico sistema della cosiddetta “frode carosello”, ha creato una fitta rete di aziende localizzate in tutta Europa, operanti nei settori degli idrocarburi e dei metalli preziosi, che, opportunamente e strumentalmente utilizzate, non versavano l’I.V.A. dovuta mediante l’utilizzo di fatture false, prodotte dalle società “cartiere”.
La frode ha consentito all’organizzazione di non versare nelle casse dell’Erario una somma che ammonta a circa € 20.000.000. Le autorità spagnole hanno evidenziato che l’organizzazione criminale ha potuto commercializzare gli idrocarburi a prezzi molto competitivi, provocando una forma indiretta di alterazione del prezzo di mercato e di concorrenza sleale nei confronti degli altri operatori del settore. Gli accertamenti sul territorio italiano hanno messo in evidenza l’attivo coinvolgimento nel sistema di frode di un’azienda aretina, che, attraverso la vendita “in nero” di oro puro, si prestava consapevolmente a riciclare i proventi della frode perpetrata in territorio spagnolo.
Inoltre, la costante attività di stretta collaborazione internazionale ha permesso di appurare che l’organizzazione era presente nel circuito delle gare motociclistiche mondiali, attraverso la sponsorizzazione di due scuderie della MOTO GP UNO.
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