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Attualità venerdì 13 maggio 2016 ore 18:20
"Notizie inesatte da Nursind sul nostro operato"
L'Agora d'Italia replica al sindacato sul pagamento degli stipendi. E ribadisce che non ci sono rischi per la salute degli ospiti delle strutture
AREZZO — "Con un certo fastidio ci troviamo di nuovo a rispondere alle affermazioni del sindacato Nursind contenenti notizie puntualmente inesatte, considerazioni gravi sul nostro operato che non rispondono assolutamente alla realtà e anche lesive dell’immagine del Consorzio L’Agorà d’Italia, sulle quali stiamo valutando con i nostri legali ogni forma di tutela, compresa la querela per diffamazione".
Così recita una nota del consorzio L'Agorà d'Italia in replica al comunicato stampa del sindacato Nursind. "Nello specifico precisiamo che non è affatto vero che ci sono dipendenti senza stipendio da dicembre 2015; i dipendenti della RSA Maestrini sono ad oggi regolari con i pagamenti secondo i tempi dettati dal contratto nazionale di categoria mentre per le strutture di Podere Modello, Santa Rita e Villa Mimose il ritardo è relativo ai mesi di febbraio e marzo.
Non c’è, inoltre, nessuna cessione di ramo d’azienda, ma semplicemente l’interruzione del contratto di affitto del ramo stesso relativo alla struttura RSA Santa Rita, che quindi tornerà al suo precedente proprietario. L’interruzione del rapporto di lavoro con i dipendenti di questa struttura è normata dal Codice Civile, il quale prevede che gli stessi siano riassunti da chi sarà chiamato a proseguire nell’attività, così come recita l’articolo 2112. Non c’è quindi alcuna riduzione degli organici in atto, i quali sono e restano superiori a quanto previsto dai parametri regionali in termini di assistenza che dovrebbero essere ben noti a chi pretende di dare lezioni in materia. E qui veniamo alla parte più grave, quella legata al paventato rischio per la salute degli ospiti delle strutture interessate: su questo siamo pronti ad adire le vie legali, pretendendo che il sindacato Nursind motivi, e soprattutto provi, un’affermazione di questa rilevanza, che noi consideriamo assolutamente irricevibile", conclude la nota de L'Agorà d'Italia.
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