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Attualità mercoledì 05 gennaio 2022 ore 19:00

Ristorazione "in bolla Covid", il punto di Confesercenti

Cesare Ghelli, presidente provinciale Fipe Confesercenti

Cesare Ghelli, presidente provinciale Fipe, sottolinea come disdette, sprechi, aumento dei costi, incertezze sul futuro stiano minando il settore



AREZZO — Non c'è dubbio che il mese di dicembre sia tra quelli da segnare con la penna rossa per quanto riguarda la ristorazione. Il lavoro è stato condizionato, se non "azzerato" dalla situazione pandemica. 

Incertezza nel futuro e preoccupazione tra disdette, crescenti adempimenti, mancati incassi e assenza di agevolazioni economiche. Sono questi i sentimenti che in queste ore stanno segnando la categoria dei pubblici esercizi e della ristorazione. 

È Cesare Ghelli, presidente provinciale della Fiepet, la Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici, di Confesercenti Arezzo a fare il punto sulla situazione. 

“Dicembre 2021 - commenta Ghelli, titolare anche del ristorante La Vite di Soci - è stato sicuramente uno dei mesi complicati di questa pandemia. Abbiamo lavorato in mezzo a tanta incertezza, confusione, ansie e disdette che hanno portato da parte del nostro settore sacrifici, mancati incassi e sprechi economici”. 

Sì perché la situazione generale è pesante. La variante Omicron sta moltiplicando i contagi e la gente ha comprensibilmente paura ad andare a mangiare fuori al ristorante.

“La Toscana - aggiunge il presidente della Fiepet - mi pare che ancora una volta si sia trovata all'improvviso piena di casi più di molte altre regioni. Per fortuna gli ospedali hanno retto l'urto. Ora però ci aspettano lunghi mesi, freddi - in tutti i sensi - e senza festività su cui far affidamento per qualche incasso in più”. 

L'incertezza sul futuro e è quello che più affligge il settore.
"Dopo due anni di emergenza non sono stati previsti aiuti agli esercenti che si trovano a dover chiudere per quarantena preventiva o per Covid - afferma Ghelli. In pratica in questi casi non ci sono indennità, per le spese sostenute per affitti, bollette o personale. Se ci ammalassimo o dovessimo stare a casa, perché contatti stretti di un positivo, non sono previste nessun genere di agevolazioni”.
All’assenza di sostegni si aggiunge invece il crescente impegno per gli adempimenti.
“Il Green Pass prima e quello rinforzato dopo doveva essere una misura provvisoria inizialmente fino al 31 dicembre ed ora è stata protratto fino al 31 marzo. Personalmente, ritengo che scaricare sui commercianti l'onere dei controlli e dover in taluni casi mandar via i clienti non è certo per noi di gran soddisfazione. Per chi ha rispettato la regola è costato tempo e quindi denaro.
Adesso cosa sta accadendo in queste ultime ore? Ci troviamo con i locali vuoti. Il 2022 non è iniziato a dire il vero in maniera tanto brillante. Dopo le disdette del periodo natalizio ci siamo trovati i primi giorni dell'anno quasi vuoti. Pochissimi turisti e la gente del posto timorosa di entrare in un ristorante. Tutto ciò preoccupa e non poco”.


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