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Attualità lunedì 04 gennaio 2016 ore 14:44

Terziario, settore in crescita nel 2015

Commercio, turismo e servizi sono cresciuti di 134 unità, più 0,8% rispetto al 2014, raggiungendo quota 16.888 imprese sulle 38.051 totali



AREZZO — A rivelarlo è l’indagine condotta dalla Confcommercio sulla base degli ultimi dati camerali disponibili, relativi al terzo trimestre 2015: “Se questi dati dovessero essere confermati anche nell’ultimo trimestre - ma lo sapremo solo fra qualche mese - il sistema di imprese del terziario chiuderebbe l’anno con un segno positivo - commenta la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei - a registrare le performance migliori sono state le attività connesse a viaggi, turismo e ricettività, mentre ha sofferto di più il commercio all’ingrosso”.

Scendendo nel dettaglio: il comparto misto che comprende agenzie di viaggio, attività di noleggio e servizi di supporto alle imprese è cresciuto del +4,5%, le attività di alloggio del +4,2%, i pubblici esercizi del +2,8 e del +2,4% le attività assicurative e finanziarie. Più moderata la crescita degli altri comparti, comunque sotto l’1%.

“Il commercio, invece, nel complesso finora ha perso venti unità rispetto al 2014, passando da 8.597 a 8.577 aziende. Perdite che per adesso sono concentrate soprattutto nel settore auto e riparazioni e, in generale, nell’ingrosso, penalizzato dalla crisi dell’intermediazione legata al web”, prosegue la vicedirettrice di Confcommercio, “ma non è escluso che le perdite diventino più pesanti con i dati dell’ultimo quadrimestre. Infatti qualche negozio, anche storico, purtroppo chiuderà i battenti al 31 dicembre”.

Per il futuro, Confcommercio auspica un’attenzione maggiore al comparto, anche dal punto di vista economico-finanziario: “siamo in attesa di alcuni bandi regionali che garantiscano supporto a chi intende rimodernare la propria attività. E fondamentali saranno gli investimenti che, anche a livello territoriale, si vorranno dedicare al turismo e ai servizi avanzati, i settori che in prospettiva possono offrire di più”.

Secondo la Confcommercio, il ruolo di ammortizzatore sociale svolto dal terziario negli anni più bui della crisi ha garantito una possibilità a chi ha perso il lavoro da dipendente o ai giovani in cerca di occupazione.

Ci sono comunque segnali, seppure timidi, di un cambiamento di rotta: “in tanti piccoli centri storici sta accadendo quello che da qualche anno capita nelle città del nord Europa: riaprono piccole attività commerciali ed artigianali, la gente torna ad investire in questi mestieri. Aprono botteghe di alimentari specializzate, pizzicagnoli che curano personalmente la stagionatura di formaggi e prosciutti, barbieri alla maniera antica, piccoli negozi di elettricista, mescite di vino sfuso, friggitorie ma anche rivendite di prodotti biologici per la bellezza o l’alimentazione, attività di ristorazione che puntano su artigianalità, tipicità e cucine particolari come quella etnica o vegetariana. Insomma - conclude la vicedirettrice della Confcommercio - riprende valore il mestiere del commerciante concepito in maniera antica, corredato di quel saper fare che dagli anni Ottanta, con l’arrivo della grande distribuzione, aveva perso appeal”.


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