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Attualità giovedì 10 giugno 2021 ore 10:20

Toilette Training per chi soffre di autismo

Servizio unico in Italia al S. Donato per aiutare nella riabilitazione della vescica e dei reni. L'impegno di Michele De Angelis e Marilena Gubbiotti



AREZZO — Una ricerca seguita ad Arezzo sullo spettro autistico mette in relazione i problemi urologici ed intestinali con la disabilità intellettiva e l'autismo.

All'ospedale San Donato di Arezzo, infatti, nel reparto di Urologia, guidato da  Michele De Angelis, è stato elaborato un percorso di ricerca e d'intervento unico in Italia. Ne è autrice Marilena Gubbiotti, che sta lavorando alla stesura di un progetto che mette in relazione autismo, disabilità intellettiva e disfunzioni urinarie/intestinali. La disfunzione della vescica e dell'intestino (BBD) è stata riconosciuta, patologicamente, in bambini affetti da disturbo dello spettro autistico (ASD). Esistono poche informazioni coerenti nelle persone più grandi e negli adulti con questa condizione.

“Ad Arezzo ho avuto l'occasione di approfondire le mie ricerche sulla prevalenza e l'impatto dei profili psichiatrici e comportamentali negli adulti affetti da ASD – annuncia Marilena Gubbiotti - Nel corso della mia carriera mi sono trovata a lavorare in un Istituto per disabili e sono stata coinvolta in un percorso di comprensione sul trattamento dei disturbi urinari nei bambini autistici. Ho immediatamente pensato che fosse una sfida enorme e stimolante. Mi sono trovata ad affrontare una problematica urologica non riportata nei libri di testo tradizionali, mai accennata dai professori nei sei anni di università e nemmeno nei trattati urologici, non discussa nei congressi e men che meno nella comunicazione pubblica dell'autismo. Da quel momento ho iniziato una ricerca attraverso la poca letteratura esistente e, soprattutto, ho iniziato una osservazione più sistematica e scientifica delle persone autistiche. Grazie alla disponibilità della Asl e del dott. De Angelis, che ha subito creduto in questo percorso, ho iniziato un lavoro sistematico e approfondito su questa patologia, visitando e seguendo vari pazienti proprio ad Arezzo”.

Molte le domande: dove finisce il vero deficit sfinterico e dove inizia la stereotipia anche nell’atto della minzione; quando è possibile parlare di incontinenza urinaria come vera disfunzione o quando la perdita di urina rappresenta solo un segnale di disagio, di irrequietudine o di richiesta di aiuto. Nel tempo questi studi sulla tipologia dei disturbi urinari ed intestinali nei soggetti autistici e sui possibili trattamenti sono stati pubblicati su importanti riviste scientifiche internazionali e i risultati, unici nel loro genere, sono stati al centro di congressi internazionali.

“Presso l’ospedale S. Donato di Arezzo – ricorda De Angelis – abbiamo attivato il servizio ambulatoriale ultra-specialistico di Neuro-Urologia, volto alla diagnosi e trattamento delle disfunzioni vescicali secondarie a patologie neurologiche, all’interno del quale è stato dedicato uno spazio per i pazienti autistici. Attualmente stiamo seguendo vari pazienti autistici con ottimi risultati”.

Si è sviluppata anche la collaborazione tra Asl e Associazione Autismo Arezzo, attraverso la quale è stato creato un canale preferenziale per l’accesso dei soggetti con autismo presso l’Ambulatorio di Neuro-Urologia.

“Questo rappresenta un servizio unico nel suo genere in Italia, non appartenente alle Unità Spinali, né ai generici dipartimenti di Urologia – sottolinea Michele De Angelis - Quando un paziente arriva da noi, viene fatta una valutazione molto approfondita con i parenti, costruiamo un vero e proprio diario urinario, poi vengono effettuate ecografie ai reni e alla vescica, e viene impostato il lavoro di riabilitazione denominato “Toilette Training””.

“E' una sfida enorme per noi, ma soprattutto per i soggetti autistici e le loro famiglie – conclude Marilena Gubbiotti - 'Riabilitare un’abitudine' richiede uno sforzo fisico e mentale al di là di quello che si possa pensare ma i risultati ci confermano che questo percorso può portarci lontano. Riuscire a togliere il pannolone e impostare una minzione spontanea è il traguardo a cui puntiamo. Noi crediamo che non ci si debba arrendere alla disabilità”.


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