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Attualità venerdì 11 dicembre 2020 ore 10:00

Toscana arancione, Marinoni al veleno

Franco Marinoni, direttore Confcommercio Toscana

Per il direttore di Confcommercio inaccettabile il mancato passaggio in zona gialla. "Pessima gestione dell'emergenza, responsabilità chiare"



AREZZO — In queste ore verrà deciso il "colore" della Toscana. Giani forza la mano per anticipare a questo fine settimana il passaggio da zona arancione a gialla ma sembra che da Roma facciano "orecchie da mercante".

Una settimana di "apertura" in più rappresenterebbe molto per tutti. I commercianti potrebbero tentare di recuperare un po' il Natale che, per il momento, si presenta molto magro.

Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, non ci sta. Non accetta questo tira e molla e soprattutto non condivide il modo di gestire questa emergenza che da sanitaria è diventata economica.

 “Da mesi ci troviamo ad affrontare due drammatiche emergenze, una sanitaria prima di tutto, ma anche una economica. Della quale chi ci governa non si occupa abbastanza. È indispensabile non perdere un altro fine settimana prenatalizio. C’è grande attesa, il passaggio a zona 'gialla' al pari di quasi tutte le altre regioni è un atto dovuto che il governo si ostina a non prendere. Nonostante sia assolutamente compatibile coi dati registrati a livello sanitario. È l’ennesima dimostrazione dell’inefficienza e dell’incapacità di un governo trincerato dietro tecnicismi incomprensibili che mettono in ginocchio cittadini e imprese. La Regione Toscana si sta impegnando al nostro fianco ma, è evidente, non riesce ad ottenere i risultati sperati”. 

Marinoni non riesce a capire la logica che porta a concedere "il giallo" ad alcune regioni rispetto alla Toscana, benché i numeri dei contagi si siano notevolmente ridotti.

“È davvero inspiegabile che regioni messe molto peggio di noi, come la Lombardia o il Veneto, siano gialle mentre noi restiamo in fascia arancione. Inaccettabile la motivazione che da noi si fanno pochi tamponi. Ma cosa dobbiamo fare, se ci sono pochi sintomi e poca richiesta, rincorrere la gente per costringerla fare tamponi non necessari, solo per dimostrare una bassa incidenza tra tamponi e soggetti positivi? Il mancato passaggio da zona 'arancione' a 'gialla' penalizza in particolare i pubblici esercizi, che continueranno a non poter accogliere i clienti neppure per il pranzo.

Ulteriori ritardi oltre questo fine settimana sono inaccettabili, perché affosserebbero le nostre imprese impedendo loro, per esempio, anche di organizzare le prenotazioni del pranzo di Natale. Una chiusura d’anno che la ristorazione davvero non merita, per quanto ha dato e sta dando al nostro territorio in termini di professionalità, servizi, accoglienza, e che si ripercuoterà sull’intero sistema commerciale: meno occasioni per i pubblici esercizi significano meno opportunità per l’intera rete distributiva. Chi ci governa, a tutti i livelli, deve rendersi conto della responsabilità che si assume con questa 'non decisione' e, più in generale, con la pessima gestione dell’emergenza. Perché a questo punto sono chiare a tutti le ragioni di una tragedia, la vera e propria ecatombe della piccola impresa commerciale, con tutte le conseguenze sociali che ne deriveranno”- conclude Franco Marinoni. 


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