Attualità sabato 14 novembre 2020 ore 10:15
Zona Rossa, "Un'attività su 3 non riaprirà"
Confcommercio lancia l'allarme e chiede sostegno ai cittadini: "Aiutate i negozi di vicinato"
AREZZO — Numeri confermati, anzi, la realtà potrebbe essere peggiore: "Un'attività su tre non riaprirà".
E' il messaggio che arriva da Confcommercio Arezzo all'indomani della certezza che la Toscana diventa zona rossa. I numeri a cui si riferisce l'associazione di categoria sono quelli comunicati nelle scorse settimane nell’ambito dell'indagine realizzata da Format Research con l'obiettivo di prevedere gli scenari in caso di un nuovo lockdown.
E purtroppo la situazione tracciata e prevista, sarà confermata dalla realtà. Da qui la paura e la preoccupazione di Confcommercio.
“Si doveva fare di più e meglio prima. Per non arrivare a questa situazione drammatica. Perché così non muoiono solo gli italiani, muore un intero sistema economico, un pezzo della nostra società. Non mi permetto di discutere il merito di provvedimenti che dipendono da valutazioni di ordine sanitario che non mi competono - dichiara Franco Marinoni, direttore Confcommercio Toscana - Ma la gestione di questa emergenza, imputabile al più impopolare dei governi nella nostra storia repubblicana, è sotto gli occhi di tutti. Semplicemente e drammaticamente inadeguata. Guardiamo alla Merkel, che ha preso provvedimenti analoghi, ma col consenso del proprio paese. Qui del consenso, fondamentale anche per l’applicazione delle misure preventive, non ce ne siamo curati per niente. Si è preferita la strada dei provvedimenti, schizofrenici, in rapida successione. Non si governa così un’emergenza, non si governa così un paese già provato da altre inadeguatezze...”.
Per Catiuscia Fei, vicedirettrice della Confcommercio aretina, resta l’incredulità per la decisione di inserire la Toscana in zona rossa, “sulla base di dati ormai superati e oltretutto in miglioramento. I nostri imprenditori si adegueranno un’altra volta ma la preoccupazione è fortissima: uno su tre rischia di non riaprire. Chiediamo l’alleanza di tutti i cittadini, perché privilegino scelte di consumo consapevoli anche nell’ottica di sostenere il commercio di vicinato. Il rischio è di ritrovarsi dopo la pandemia in città prive di vitalità e servizi, anche fondamentali”.
Ma si deve comunque sottolineare che il commercio non è fermo del tutto. Ci sono attività consentite ed è importante che i cittadini lo sappiano.
Si tratta dei negozi di: articoli igienico sanitari, edicole e cartolerie, biancheria, articoli sportivi, scarpe per bambini, macchine e attrezzature per agricoltura e giardinaggio, ferramenta, supermercati, ipermercati, discount, rivendite di computer, attrezzature per le telecomunicazioni, audio video, elettrodomestici, prodotti surgelati, farmacie, articoli medicali e ortopedici, erboristerie, profumerie, materiale per ottica e fotografia, fiorai ecc. Restano aperti anche i parrucchieri e le lavanderie.
Simona Buracci
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