Lavoro martedì 01 ottobre 2019 ore 13:43
"CloudItalia? La sede di Arezzo è a rischio"
I sindacati: "Nessun lavoratore in esubero ma per i lavoratori aretini resta l'ipotesi di un trasferimento nella sede di Firenze"
AREZZO — Una notizia positiva e una negativa. Questo l’esito del recente incontro tra i vertici aziendali di Clouditalia e le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.
La notizia positiva: “Clouditalia ci ha comunicato – hanno detto i sindacati - che il progetto di fusione e incorporazione delle varie aziende componenti Irideos non prevede esuberi, in quanto le attività, le professionalità delle esperienze unificate sono pienamente integrate e non generano duplicazione di ruoli”.
"Il progetto di fusione tra le varie società acquisite nell’ultimo biennio prosegue come da programma - hanno aggiunto i sindacati - e i risultati economici sono in linea con le previsioni e con gli obiettivi posti alla base del progetto Irideos. Il primo semestre 2019 si è concluso con un risultato positivo nonostante la riduzione del fatturato”.
I sindacati hanno chiesto e ottenuto garanzie in tema di occupazione ed hanno espresso “forti preoccupazioni circa la situazione del sito produttivo di Arezzo alla luce delle voci trapelate circa una unificazione con le altre sedi toscane (Siena e Firenze) che vedrebbe i lavoratori trasferiti a Firenze. Le organizzazioni sindacali nazionali, ed in particolare quelle territoriali di Arezzo, hanno chiaramente manifestato la loro contrarietà a questa ipotesi”.
I tempi per una trattativa sembrano esserci: “L’azienda – hanno concluso i tre sindacati - ha tenuto a precisare che ad oggi non ci sono in calendario iniziative di unificazione per le sedi toscane e che l’unica problematica che emerge sulla sede di Arezzo deriva dal fatto che questa è in gestione alla curatela fallimentare (ex-Eutelia) e pertanto ha un contratto di un anno, rinnovabile di anno in anno. La politica aziendale non prevede investimenti in immobili, non ha acquistato sedi e non intende acquistarne, pertanto finché l’edificio, ad oggi in fitto, non sarà venduto l’azienda conta di proseguire le attività nell’immobile. Alla sua eventuale vendita l’azienda chiederà all’acquirente di poter proseguire con il contratto di fitto”.
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