Attualità giovedì 11 febbraio 2021 ore 12:00
Situazione Hospice, la strigliata dei sindacati
Cgil, Cisl e Uil chiedono l'utilizzo di parte delle risorse del Recovery Plan per la nuova struttura al Pionta. In attesa trovare posto al San Donato
AREZZO — La situazione de l'Hospice arriva sul tavolo anche dei sindacati. Cigl, Cisl e Uil, unite, chiedono a gran voce che venga messa la parola fine a questo "stillicidio". Sì, perché sono troppi mesi che manca una struttura adeguata e soprattutto dignitosa per i malati terminali. La palazzina del Calcit davanti al San Donato, come sappiamo, serve per la gestione della pandemia. Le cure palliative sono state prima trasferite in Pescaiola, poi al San Giuseppe Hospital. Tutte sedi provvisorie e soprattutto inadatte ai pazienti terminali.
"Siamo convinti - affermano le confederazioni sindacali aretine - che occorra rapidamente cercare un’adeguata collocazione, seppur provvisoria, senza attendere oltre. Il tempo passa e altre famiglie sono lasciate a barcamenarsi con la sofferenza che non trova la giusta risposta dei tanti professionisti che si erano formati "per e dentro" l'Hospice (7 infermieri, 6 Oss e un medico, per non parlare dei volontari Avad e Calcit).
Abbiamo ascoltato il direttore generale della Asl Toscana sud est spiegarci come l'ospedale non sia il luogo giusto per collocarvi questo servizio territoriale: sappiamo che la sua valutazione è corretta e condivideremmo in tempi normali questa giusta prescrizione, siamo però convinti che con un’emergenza ancora in corso, ma probabilmente 'stabilizzata', potrebbe essere reperita una collocazione separata dentro il San Donato (come già succede presso il presidio della Gruccia) senza sacrificare nessuno, ottimizzando alcuni spazi temporaneamente, per garantire dignità, assistenza e cura in una parte della vita faticosa e dolorosa che non si colloca solo al tramonto ed ha necessità di precisa assistenza familiare e terapeutica".
Il tutto in attesa che venga trovata una sistemazione definitiva all'Hospice. "Auspichiamo un intervento definitivo che riteniamo possa mettere insieme molte esigenze del nostro territorio: investire risorse per un progetto di riqualificazione della zona del Pionta, tra Università ed ospedale, riutilizzando luoghi degradati dal tempo e dall'incuria, già di proprietà pubblica, non solo per l'Hospice, ma per tutta una serie di servizi territoriali che sono collocati in locali non idonei (a volte diremmo addirittura poco dignitosi) o comunque dispersi in luoghi lontani e diversificati, in una nuova zona di servizi alla salute " - ribadiscono le sigle sindacali.
Sul tema risorse, Cgil, Cisl e Uil hanno le idee chiare. Per loro sarebbe opportuno che parte dei soldi del Recovery Plan vengano utilizzato proprio per finanziare un progetto per il riordino edilizio dei servizi sanitari territoriali aretini.
"Ci crediamo seriamente e ci proponiamo come stimolo per gli stakeholders pubblicie per i privati interessati, invitando fin da subito il direttore Asl Antonio D'Urso, il sindaco di Arezzo Ghinelli ed il presidente della regione Toscana Giani ad una riflessione condivisa nell'interesse di Arezzo e di tutti i cittadini della provincia che gravitano per necessità nel comune capoluogo.
L’idea di costruire un progetto da finanziarsi con le risorse in arrivo dall’Europa per il Recovery Plan in Toscana costituirebbe inoltre una buona prassi da replicarsi nel territorio provinciale e regionale per il rafforzamento dei servizi della sanità territoriale.
Dignità, Cura, Rispetto, Prossimità coniugati ai servizi pubblici e alla riqualificazione urbana: non solo sogni" - concludono Cigl, Cisl e Uil.
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