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Cultura giovedì 08 ottobre 2015 ore 14:36

Veltroni sceglie Arezzo per presentare “Ciao”

Il regista di “I bambini sanno” si mette a nudo nel libro “Ciao”, dove racconta l'incontro tra un padre scomparso troppo presto e un figlio cresciuto



AREZZO — Stavolta l'ospite di Passioni Festival è Walter Veltroni, ex vice presidente del Consiglio, segretario Pd e direttore dell'Unità, ora regista e scrittore, che ha scelto la cornice della kermesse culturale aretina per l'anteprima del suo ultimo libro: “Ciao”. Un evento di portata nazionale che si terrà Venerdì 16 Ottobre: Arezzo è stata indicata come tappa del tour di presentazione nel giorno che segue l'uscita ufficiale del volume nelle librerie.

Quella di Veltroni – profondamente legato alla terra di Arezzo (il nonno era di Foiano della Chiana) - sarà la terza visita al Passioni Festival. L'evento del 16 ottobre si terrà all'interno del circolo culturale Aurora a partire dalle ore 21 e verrà introdotto da Marco Meacci, ideatore del Passioni Festival, e intervistato dai giornalisti Luigi Alberti e Mattia Cialini, Veltroni si metterà a nudo, raccontando molto di sé, attraverso le pagine del libro.

“Ciao” narra in poco più di 250 pagine la storia di un incontro tra un padre scomparso troppo presto e un figlio ormai cresciuto. Una sera insieme, concessa dal destino, per raccontarsi, ritrovarsi e guardare insieme la strada percorsa dall'uno senza l'altro. E, magari, sognare quel che poteva essere e non è stato.

“Un doppiopetto grigio, il Borsalino in mano, un velo di brillantina sui capelli, lo sguardo basso. Sotto un cielo che affonda nel rosa di un tramonto infinito – racconta la prefazione - un ragazzo degli anni Cinquanta torna dal passato, si ferma sul pianerottolo della casa di famiglia e aspetta il figlio, ormai adulto. Com’è possibile? E perché è tornato ora, dopo tanto tempo? Sono due sconosciuti, ma sono padre e figlio”.

Per l'autore, che perse il babbo Vittorio – giornalista e scrittore, voce della radio e pioniere della Rai – quando aveva appena un anno, è un viaggio alle radici della propria vita. 

“La morte di papà – spiega Veltroni - cambiò la vita di tutti noi. Perché era un ragazzo: aveva trentasette anni. Solo trentasette anni. Oggi potrebbe essere mio figlio, mio padre”. 

Ma dietro la malinconia di un rapporto appena sbocciato e subito sfiorito, emerge – nonostante tutto - la voglia di scherzare. Affiorano poi l'amore e il dolore nell'ambito di un'ostinata, devota, commossa ricerca dell'identità paterna. Un viaggio nel tempo che il regista di “I bambini sanno” intraprende anche per ritrovare se stesso.


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