Attualità venerdì 17 giugno 2022 ore 12:00
Body cam per proteggere i sanitari dalle violenze
La proposta arriva da Arezzo ed è stata illustrata in Senato dal presidente degli infermieri Grasso insieme ad altri approcci contro le aggressioni
AREZZO — Tecnologia a supporto del personale - come body cam o smart whatc -, formazione con tecniche di descalation, campagne di comunicazione, un serio monitoraggio sugli episodi di aggressione nei confronti degli operatori sanitari. Queste le linee d’azione illustrate da Giovanni Grasso, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Arezzo, ai partecipanti al convegno #Rispettachitiaiuta, la sicurezza degli operatori sanitari, svoltosi a Roma nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato.
Una iniziativa di Opi Arezzo che ha visto la presenza di una vasta rappresentanza dei senatori della Commissione Igiene e Sanità in Senato, tra cui la Presidente Annamaria Parente e il Senatore Gaspare Marinello , autore del disegno di legge sulle misure di protezione strutturali per gli operatori sanitari da attuare nei pronto soccorso italiani e nei luoghi dell’emergenza urgenza.
Tra i presenti, i rappresentanti di tutte le Federazioni Nazionali degli ordini delle professioni sanitarie che hanno portato proposte e contributi da inserire nel disegno di legge Marinello e a integrazione della legge antiviolenza 113 del 2020, primo risultato concreto della campagna #rispettachitiaiuta lanciata da Opi Arezzo nel 2018.
“Le vittime di violenza - ha proseguito Grasso - sono tante, troppe, come mostrano i dati dell’Indagine della Sovrintendenza Sanitaria Centrale Inail. Su questo aspetto anche grazie al Pnrr si dovranno mettere in atto politiche a tutela della sicurezza degli operatori sanitari con azioni che rifiutino la violenza e destinando risorse alla prevenzione e gestione di questo fenomeno. Tra le tecnologie illustrate, la dotazione di una body cam per l’operatore sanitario, o di uno smart watch collegato alla centrale del 118 o ad un istituto di sorveglianza per scoraggiare eventuali forme di aggressione. Non solo. Formazione in primo piano per gli operatori sanitari dell’emergenza urgenza e campagne di sensibilizzazione per la collettività. E nel frattempo, appello alle istituzioni, regionali in primis, affinché dotino di strumentazioni di sorveglianza e di guardie di sicurezza i presidi di primo soccorso per scongiurare atti di violenza al personale".
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