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Attualità lunedì 19 luglio 2021 ore 20:50

Assunzioni sopra i livelli pre-pandemia

Nel mese di luglio le imprese aretine prevedono di attivare 2.300 contratti di lavoro, il 17% a tempo indeterminato. Traina il settore turismo



AREZZO — Le aziende aretine tornano ad assumere. Questo emerge dal rapporto Excelsior, stilato per Camera di Commercio.

Nel mese di luglio le imprese aretine dell’industria e dei servizi prevedono di attivare 2.300 contratti di lavoro, un numero superiore di 1.390 unità rispetto allo stesso mese del 2020. Rispetto al luglio 2019, quindi prima dell’emergenza pandemica, si registra un aumento di 510 addetti.

“Pur con le cautele necessarie trattandosi di previsioni, – commenta la vicepresidente residente vicaria dell’Ente camerale Anna Lapin i- siamo comunque in presenza di un segnale estremamente positivo, soprattutto se ampliamo il periodo di riferimento al luglio - settembre. Nel trimestre, infatti, le previsioni indicano in 6.100 le nuove assunzioni, anche in questo caso ben al di sopra di quelle stimate per l’analogo periodo del 2020 (2.820) e del 2019 (5.140).”

“Anche se sono ancora molte le incognite che potrebbero condizionare la stagione - evidenzia il segretario generale Marco Randellini - con la ripresa delle attività turistiche, a luglio è avvenuto il sorpasso della domanda d'occupazione proveniente dal settore dei servizi su quella dell'industria. In rapporto al pre-pandemia, crescono particolarmente le assunzioni del comparto dei servizi (1.300, 320 in più rispetto al 2019), a velocità quasi doppia rispetto al manifatturiero allargato (1.000, +190 rispetto al 2019). E grazie proprio alla forte domanda stagionale, i servizi di alloggio, ristorazione e turistici della provincia sono il settore decisamente più dinamico: si prevedono infatti 590 assunzioni, 270 in più rispetto a due anni fa.
Ulteriore segnale positivo è quello della crescita dei contratti a tempo indeterminato che arrivano a rappresentare il 17% del totale assunzioni, 5 punti percentuali in più rispetto al 2020 e 2 punti percentuali in più del 2019. Diminuisce invece di due punti percentuali il peso dei contratti a tempo determinato (56%) che restano, comunque, di gran lunga la forma contrattuale più utilizzata.”

In calo le assunzioni considerate di difficile reperimento

La percentuale delle assunzioni che le imprese considerano difficili da reperire si attesta al 30,6%, in diminuzione di quasi 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno e di circa 3 punti percentuali rispetto al 2019.

La categoria di più difficile individuazione è, per la nostra provincia, quella degli i “Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine” (41%). All’interno , fra i profili di più difficile reperimento, abbiamo con punte del 63% gli “Operai specializzati dell’edilizia”, del 59% i “Conduttori di mezzi di trasporto” e del 48% gli “Operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche”.

Difficoltà per le imprese anche nella ricerca di “Operatori dell'assistenza sociale” (51%), di “Tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione” (50% e di “Tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione” (41%).

La domanda di figure professionali under 30

Circa 740 assunzioni, Il 32% del totale di quelle pianificate dalle imprese aretine per il luglio, verrà espressamente rivolto a candidati di età inferiore ai 30 anni.

Tra i più richiesti figurano: cuochi, camerieri e le professioni dei servizi turistici (191), i commessi (77), operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori (60), operai specializzati e conduttori di impianti nell'industria alimentare (45) e operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (41 assunzioni).

I titoli di studio più richiesti

I diplomati restano i candidati ampiamente i più richieste (36,1%), seguiti dagli studenti dei professionali (12,6%), che però vedono drasticamente ridotta la loro quota.

Anche la quota di laureati diminuisce di alcuni punti percentuali rispetto agli anni precedenti, attestandosi all’8,8% del totale delle assunzioni.

Purtroppo resta ancora alta, anzi si incrementa, il peso delle assunzioni per le quali non viene richiesto uno specifico titolo di studio (41,8%), probabilmente anche per l’alta incidenza di assunzioni stagionali per le quali spesso più che una formazione scolastica particolare contano le eventuali esperienze maturate.


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