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Attualità giovedì 24 novembre 2016 ore 18:00

"Chiediamo un consiglio comunale aperto sull'Ato"

Paolo Lepri, consigliere Movimento 5 Stelle

Dopo le ultime vicende, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle rivolge un appello al presidente del parlamentino Alessio Mattesini



AREZZO — Sull'inchiesta che ha travolto Ato Rifiuti, il gruppo consiliare 5 Stelle chiede un consiglio comunale aperto.

"Oggi è un giorno di speranza e di soddisfazione. Di speranza perché i cittadini hanno gli strumenti per guardare con occhi diversi coloro che ci hanno amministrato finora. Di soddisfazione perché due anni abbondanti di avvisi, incontri pubblici e informali con i sindaci, interrogazioni, mozioni e solleciti inascoltati e osteggiati trovano riscontro in indagini della magistratura e nell’Anac.

Quando l’autorità giudiziaria e, cosa ancora più grave, l’Autorità nazionale anticorruzione sono costrette a intervenire per porre rimedio a criticità evidenti da molto tempo - dicono i 5 Stelle - vuol dire che la politica ha abdicato al suo ruolo, dimostrandosi incapace di controllare coloro a cui ha delegato le responsabilità della gestione dei servizi: amministratori che insistono in un’azione volta a garantire non gli interessi dei cittadini ma solo la propria posizione di governo. E a proposito di politica, in un mondo corretto, gli amministratori dei territori che si sono dimostrati incompetenti o indifferenti all’interesse pubblico dovrebbero avere la buona creanza di dimettersi e di non ricoprire più alcuna carica pubblica, né ruoli in qualsivoglia società. I sindaci dell’Ato Sud sono rimasti indifferenti, ahimè, alle nostre contestazioni e ciò ha portato ad aumenti ingiusti della Tari, a politiche fallimentari per la raccolta differenziata e al mantenimento in vita di evidenti conflitti di interesse.

Dopo l’intervento della procura fiorentina - dice il M5S - gli arresti domiciliari per il direttore generale di Ato sud e la sospensione degli amministratori di Sei Toscana e Sienambiente, l’Anac ha adottato “Misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio” nei riguardi delle due società. È la certificazione del fallimento totale di un sistema, talmente impantanato nell’autoreferenzialità che non è più in grado di resettarsi e ripartire nella giusta direzione.

Lo dimostra chiaramente la nomina, che non tiene in minimo conto un normale principio di precauzione, a direttore generale del braccio destro del precedente oggi indagato e dal Gip descritto come colui che “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, metteva la sua funzione pubblica a disposizione…”degli amministratori della società appaltatrice “favorendoli nella aggiudicazione della gara”. Chiediamo al presidente Alessio Mattesini di indire un consiglio comunale straordinario e aperto sul tema. Speriamo di ricevere una risposta positiva al riguardo" concludono i consiglieri.


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